Grottolella – I residenti di Contrada San Giovanni a Grottolella si sono rivolti a noi per segnalarci i lavori di bonifica dell’area che, da dopo il terremoto e quindi per ben 26 anni, ha ospitato i prefabbricati leggeri. Da due giorni la ditta appaltatrice, che ha vinto regolare gara indetta dall’Amministrazione Comunale, sta procedendo allo smantellamento delle strutture ma, a dire di alcuni dei residenti, non avrebbe proceduto all’isolamento della zona in questione e quindi non sarebbe stato adottato un ‘piano visivo’ di sicurezza. I cittadini evidenziano che la loro protesta non è riferita ai lavori di bonifica né allo smantellamento dei prefabbricati ricoperti da tetto in eternit, ovvero amianto, o all’operato della Giunta Nittolo. La loro vuole essere una legittima richiesta di delucidazioni inerenti ai rischi che potrebbero esserci nel caso in cui si accertasse che la ditta non ha posto in essere tutti gli obblighi inerenti al Decreto Ministeriale del 6 settembre del 1994 “…le operazioni devono essere condotte salvaguardando l’integrità del materiale”. Sempre nel provvedimento legislativo vengono precisate le cosiddette procedure operative per la rimozione delle coperture in cemento-amianto: “…considerato che la pericolosità dell’amianto risiede nella liberazione di fibre cancerogene per inalazione le precauzioni richieste sono mirate alla limitazione della loro produzione mentre le protezioni sono tese a salvaguardare l’apparato respiratorio delle persone che lavorano in aree potenzialmente inquinate. Lastre ed altri manufatti di copertura in cemento-amianto devono essere adeguatamente bagnati prima di qualsiasi manipolazione o movimentazione con prodotti collanti, vernicianti o incapsulanti specifici. La bagnatura dovrà essere effettuata mediante nebulizzazione o a pioggia, con pompe a bassa pressione. In nessun caso si dovrà fare uso di getti d’acqua ad alta pressione. I faldali e le gronde dovranno sempre essere bonificati inumidendo con acqua la crosta presente sino ad ottenere una fanghiglia densa che, mediante palette e contenitori a perdere, viene posta all’interno di sacchi di plastica. Questi sacchi, sigillati con nastro adesivo, vanno smaltiti come rifiuti di amianto. Le lastre devono essere rimosse senza romperle evitando l’uso di strumenti demolitori. Devono essere smontate rimuovendo ganci, viti o chiodi di fissaggio, avendo cura di non danneggiare le lastre stesse. Non devono essere utilizzati trapani, seghetti, flessibili o mole abrasive ad alta velocità. In caso di necessità, si dovrà far ricorso esclusivamente ad utensili manuali o ad attrezzi meccanici provvisti di sistemi di aspirazione idonei per la lavorazione del cemento-amianto, dotati di filtrazione assoluta in uscita. I materiali asportati non devono in nessun caso essere frantumati dopo la rimozione. Non devono assolutamente essere lasciate cadere a terra. Un idoneo mezzo di sollevamento deve essere previsto per il calo a terra delle lastre. I materiali rimossi devono essere allontanati dal cantiere il prima possibile. L’accatastamento temporaneo deve avvenire separatamente dagli altri detriti, preferibilmente nel container destinato al trasporto, oppure in una zona appositamente destinata, in luogo non interessato dal traffico di mezzi che possano provocarne la frantumazione. Giornalmente deve essere effettuata una pulizia ad umido e/o con aspiratori a filtri assoluti della zona di lavoro e delle aree del cantiere che possano essere state contaminate da fibre di amianto”. E mentre i lavori a Contrada San Giovanni sono giunti al secondo giorno, i residenti hanno chiesto l’intervento dell’Arpac, dell’Asl e dei Carabinieri per accertare il rispetto della Legge. “Chiediamo di accertare la regolarità o meno dei lavori in via precauzionale e preventiva e quali conseguenze si potrebbero avere per quelle famiglie che risiedono a meno di 50 metri dall’area interessata”. Intanto in tarda mattinata sono arrivati i Carabinieri che hanno proceduto ai rilievi del caso in attesa che si verifichi lo stato dell’arte.
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