Gioco d’azzardo, Iannaccone risponde a Festa: “Fumo negli occhi per salvare le slot”

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A piazza del Popolo continua a tenere banco il regolamento su sale scommesse e slot machine che stenta a passare l’esame dell’aula.

Arturo Iannaccone, assessore alle Attività produttive, passa al contrattacco dopo le accuse mosse principalmente da Gianluca Festa secondo cui, il regolamento da lui proposto, servirebbe a tutelare le sale da gioco. «Sarà una strana coincidenza, ma la posizione della commissione “Sanità” è esattamente quella che mi è stata illustrata dopo che è stato ascoltato il responsabile delle relazioni istituzionali di Eurobet – sottolinea il titolare all’annona – Ovvero che le sale scommesse non procurano danni, possono rimanere, danno posti di lavoro e sono attività imprenditoriali».

L’oggetto del contendere tra le parti è proprio l’interpretazione che dovrà essere data alla sale scommessa e se considerale alla stregua di quelle in cui sono presenti le slot machine o meno. «Il regolamento, approvato all’unanimità nelle commissioni competenti, quindi “attività produttive” e “regolamenti” – continua Iannaccone – prevede una delocalizzazione, e non la chiusura, degli esercizi già presenti di 300 metri rispetto ai luoghi sensibili individuati dal regolamento e così come suggeriti dalla legge nazionale. Inoltre stabilisce che chi invece vuole aprire una nuova attività si debba attenere da subito a questi parametri».

Da parte della commissione “Sanità” presieduta da Festa, invece le sale scommessa dovrebbero essere esentate da questa delocalizzazione. «O il responsabile di Eurobet è stato molto bravo a spiegare le sue ragioni o i consiglieri che hanno inteso non votare il regolamento si sono fatti un convincimento personale – puntualizza l’assessore – Io prendo atto che il decreto Balduzzi definisce come ludopatie quella malattia da gioco d’azzardo che si sviluppa in seguito al gioco connesso alla vincita. Senza fare alcuna distinzione tra slot machine o sale scommessa». L’esponente dell’esecutivo Foti, dunque, resta fermo sulla sua posizione di non effettuare alcuna distinzione tra le due categorie di gioco.

Altro motivo di scontro tra le parti è il tempo dato per la delocalizzazione: tre anni di tempo secondo Iannaccone, un anno per la commissione. «Non ci si lava la coscienza prevedendo che in un anno si debbano trasferire i locali con le slot e lasciando per sempre le sale scommessa, perché altrimenti ci prendiamo in giro – denuncia – Se il problema sono i tre anni, possiamo tranquillamente portare questo lasso di tempo a un anno per tutti, ma io mi sarei aspettato degli emendamenti che contrastano il fenomeno, se invece puntano a tutelare le sale scommesse, allora immagino che questi consiglieri non accetterebbero mai di ridurre ad un anno il trasferimento per tutte le sale giochi».

L’operazione che stanno portando avanti i componenti della commissione “Sanità” legata alla riduzione a un anno del tempo per la delocalizzazione, secondo Iannaccone, sarebbe una proposta utile solo a «gettare fumo negli occhi, altro che nella manovella, ed evitare che passino proposte serie».