(di Antonio Porcelli)- Carlo Gesualdo, genio incompreso del suo tempo, Principe solitario, omicida per onore, riscopre agli occhi dei tanti, curiosi e non, la sua grandezza come figlio del suo tempo, con le proprie debolezze per una vita vissuta nel severo rigore religioso e con i tradimenti che lo rendono più vittima che carnefice. Sono trascorsi circa due anni da quando la Fondazione Carlo Gesualdo del presidente Edgardo Pesiri e l’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara coordinato dal prof. Gianni Venturi posero le basi per un progetto di interscambio culturale tra due città, Gesualdo e Ferrara per la presenza in entrambe del Principe madrigalista del Cinquecento. Il Convegno internazionale di Studi partito questa mattina in terra irpina contribuisce all’ampliamento degli orizzonti conoscitivi e crea le basi per un reale progetto culturale che unisce il territorio e rafforza l’immagine dell’Irpinia nei centri importanti della cultura e delle sane Istituzioni. Nella struttura di S.Maria della Pietà di Gesualdo, la prima sessione ha avuto il pregio di far conoscere la dimensione completamente inesplorata e nuova della figura di Carlo Gesualdo, il cui “Male di Vivere” è riuscito a rompere gli schemi preconfezionati del pensiero corrente, alimentando nuovi temi creativi. I lavori ben coordinati da Tiziana Lepore, hanno visto al tavolo della presidenza, il notaio Pesiri, Presidente della Fondazione Carlo Gesualdo, il prof. Gianni Venturi e il giornalista Franco Genzale, direttore del periodico culturale “Il Madrigale”offerto gratuitamente agli studiosi e ai lettori tramite il quotidiano Buongiorno. Un convegno di spessore, tra i quali citiamo l’intervento di Adele Dell’Erario, dottore in storia della musica moderna e contemporanea, gesualdina di nascita, che si è soffermata sul “recupero del tragico” e sulle opere di Salvatore Sciarrino, eccelso compositore che attraverso le sue scelte stilistiche ha realizzato numerose elaborazioni tratte dall’opera di Gesualdo, e la dottoressa Manuela Toscano dell’Universitade Nova de Lisbona che si è soffermata sui “Responsori della Settimana santa”, l’opus magnum del compositore. Incontro di alto valore scientifico che attende la riprova di Ferrara il prossimo 18 settembre al Castello Estense e conferma l’opportunità del dialogo tra due territori distanti geograficamente ma vicini per affinità culturali. Prima dei relatori, hanno portato il loro saluto, il Commissari Prefettizio dell’Ente Provincia, Vincenzo Madonna, i sindaci di Gesualdo, Frigento, Taurasi e Villamaina, il Prof. Filippo D’Oria in rappresentanza dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, il presidente del Teatro Comunale di Avellino “Carlo Gesualdo”, Maria Grazia Cataldi e il Direttore Dario Bavaro, il vice direttore del Conservatorio di Musica “S.Pietro a Majella” di Napoli, Elsa Evangelista e l’assessore alla cultura del Comune di Ferrara, Massimo Maisto. Tanti i presenti, tra cui la pittrice sempre amata dalla popolazione irpina, Hathy Toma. Assente invece la politica. Ancora una volta, il tentativo culturale di allungare lo sguardo oltre i confini provinciali, conferma l’assenza della sensibilità politica sempre più propensa alle logiche del potere e della parola fine a se stessa. Come ha sottolineato il collega Genzale, “un vero peccato per il prolungarsi delle vacanze dei politici irpini, spesso lontani dalle cose concrete e reali”. Una sorta di insolenza che non rende merito ai tanti volontari della cultura vera e dell’immagine positiva dell’Irpinia: e se è vero che Carlo Gesualdo nella sua trasgressione e continuità potrebbe non essere uomo pentito, ma semplicemente figlio del proprio tempo, è altrettanto vero che alle soglie del decennio del duemila, la politica dell’Irpinia vive la stagione della pigrizia e della ricerca di nuovi nocchieri capaci di creare processi di sviluppo reali legati al territorio e meno sterili polemiche figlie soltanto del localismo becero che non è utile alla causa comune.
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