Fuga infermieri all’estero. C’è anche la Norvegia. Stipendi fino a 3500 euro

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Sanità – Ben 50 infermieri italiani negli ultimi due anni sono partiti alla volta della Norvegia, e molti altri potrebbero partire nei prossimi mesi. I numeri arrivano direttamente dalla qualificata società di recruitment internazionale che si occupa di selezionare e formare infermieri italiani per inserirli nella realtà sanitaria scandinava. Il Nursing Up continua a lanciare l’allarme.

E’ un dato di fatto: la Norvegia, così come molte altre nazioni europee, sta letteralmente “pescando a piene mani” in Italia, portandosi via le migliori eccellenze.

Età media degli infermieri? Sono giovanissimi i professionisti italiani che partono alla volta della Norvegia, hanno tra i 25 e i 30 anni!
Alcuni di loro addirittura vengono “opzionati” al terzo anno di infermieristica: è tutto legittimo, anzi per le famiglie dei giovani laureandi è motivo d’orgoglio e soddisfazione che un figlio trovi sistemazioni lavorative così solide in chiave futura subito dopo gli studi, peccato che tali possibilità non arrivino in Italia.

Stipendi fino a 3500 euro al mese, volo pagato dall’Italia, alloggio e bollette pagate dai datori di lavoro nella maggior parte dei casi, almeno nei primi mesi.

La Norvegia è decisamente tra le nuove “isole felici” per gli infermieri di casa nostra, più che mai letteralmente in fuga dall’Italia.

«L’ulteriore approfondimento che stiamo portando avanti conferma chiaramente che offerte di lavoro in arrivo dalla terra dei fiordi sono allettanti, davvero difficili da rifiutare. Siamo di fronte a opportunità di cambiamenti di vita che qualsiasi genitore si augura per un figlio, figuriamoci se tutto questo può arrivare subito dopo la laurea». Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Abbiamo preso contatti con la società spagnola che da circa due anni seleziona i migliori professionisti europei per portarli in Norvegia e abbiamo appreso di un modus operandi decisamente nuovo rispetto al passato, definiamolo nettamente più diretto e incisivo.

E’ stato proprio il responsabile del canale Norvegia-Italia a fornirci i dati degli infermieri di casa nostra partiti alla volta del Nord Europa attraverso le selezioni di questa nota agenzia, negli ultimi 24 mesi, e inoltre abbiamo appreso che vengono avviati da tempo contatti con molte nostre università e addirittura con alcuni Opi, e stiamo approfondendo in tal senso di quali si tratta.

Gli infermieri italiani vengono non solo messi nella condizione di ricevere trattamenti economici di primissimo livello, ma usufruiscono, da subito, se selezionati e ritenuti profili idonei per la sanità pubblica norvegese, di ricevere una adeguata formazione a distanza prima di partire.

Lo avevamo anticipato, non occorre nessuna conoscenza pregressa del norvegese, tutt’altro. Ma dall’Italia si parte con solide basi e si è messi nella condizione di ottenerle, continua De Palma. Insomma la Norvegia non lascia nulla al caso.

La società in questione ti permette, infatti, di frequentare un corso base di lingua norvegese a distanza (dura appunto 9 mesi) e inoltre ricevi una adeguata formazione di integrazione socio-culturale per inserirti al meglio nel contesto norvegese, essere messo nelle condizioni di offrire il meglio delle tue competenze e soprattutto siamo di fronte a datori di lavoro che vogliono che tu non vada via così presto.

Il corso di lingua norvegese, tenuto da docenti specializzati, è totalmente gratuito, lo puoi frequentare mentre ti stai per laureare o continui a lavorare in Italia, e decidi addirittura tu i giorni delle dirette. Si pensi che il giovane infermiere italiano può ammortizzare i costi della formazione, pagata dall’ente, con l’obbligo di rimanere almeno due anni presso la stessa realtà sanitaria.

Solo qualora decidesse di andare via prima, e di rescindere il contratto prima del termine minimo dei due anni (le proposte sono comunque a tempo indeterminato), l’infermiere italiano pagherà la differenza di quanto ha ammortizzato con le sue ore di lavoro, che comunque non vanno oltre le 37,5 a settimana.

Insomma – dice ancora De Palma – approdi in Norvegia con una buona base linguistica, il corso di formazione non lo paghi e oltre tutto cominci subito a lavorare, ben retribuito e con notevoli prospettive di carriera in un Paese che è tra primissimi posti al mondo per qualità della vita.

Una strategia mirata, con seminari di conoscenza della realtà sanitaria norvegese che già da diversi mesi, ci dicono, arrivano nelle nostre università attraverso l’intervento di professionisti selezionatori.

Gli studenti italiani al terzo anno in infermieristica hanno davanti una opportunità di non poco conto: candidarsi già prima della laurea, essere selezionati e studiare la lingua e la cultura norvegese, laurearsi e partire subito per il Nord Europa. L’alternativa? I turni massacranti degli ospedali di casa nostra, le violenze perpetrate nelle corsie, uno stipendio tra i più bassi d’Europa. E voi, siate sinceri, cosa fareste al loro posto?», chiosa De Palma.