Un’analisi dettagliata di quello che è accaduto, che accade e che non deve più accadere in Italia, ma soprattutto nel Partito Democratico. Quella di Pippo Civati ad Avellino, è stata una lunga arringa piena di contenuti, ma di poche proposte che tuttavia ha entusiasmato la vasta platea presente in sala. A salutare il candidato alla segreteria, un ricco parterre di assessori e consiglieri comunali di Avellino, il segretario Carmine De Blasio, parte del suo esecutivo, Toni Ricciardi, Valentina Paris, Lello De Stefano e tanti giovani incuriositi dall’outsider.
Civati ha ripercorso le tappe di questi ultimi mesi, in particolare all’indomani del risultato elettorale, parlando di una gestione tragica a partire dalla notte dei 101 che hanno fatto cadere Romano Prodi candidato al Quirinale, fino ad arrivare al governo delle Larghe Intese.”Siamo un partito che non ha avuto il coraggio di candidare Rodotà e ha sabotato Prodi. Eravamo ossessionati dall’idea di Berlusconi e poi abbiamo creato questo impianto, un impianto che non funziona perché ogni idea nostra corrisponde ad un’idea diversa dal Pdl”. Secondo Civati si sta perdendo tempo a discapito dei cittadini che giorno dopo giorno si disaffezionano alla politica confluendo tra gli elettori di Grillo: “Rischiamo di diventare una forza che dialoga con Alfano e Formigoni, adesso abbiamo recuperato anche Casini. Abbiamo sprecato questi sei mesi a discutere di Imu per mantenere una promessa che Berlusconi aveva fatto al suo elettorato andando ad alimentare le disuguaglianze sociali, mentre non riusciamo a cambiare la legge elettorale. Sono due anni che Quagliariello e Violante scrivono bozze, inizio a pensare che abbiano una relazione, perché se continuano a scrivere, ma la legge non si fa, fossi nelle mogli mi preoccuperei”.
Per Civati la soluzione è tornare al mattarellum, la legge pre-porcellum a cui auspica anche Matteo Renzi. “Avremmo dovuto votare la mozione Giachetti – dichiara – con collegi uninominali, si candida qualcuno dei nostri e o si vince, o si perde”. Proprio sul sindaco di Firenze chiosa: “Era partito da una proposta rottamatoria e poi è divenuta il recupero di auto d’epoca: ha fatto un miracolo a mettere insieme Enzo De Luca e Antonio Bassolino”. E’ vero anche, però che i Civatiani nostrani, in provincia hanno sorretto De Blasio e alla Regione dovrebbero sostenere Michele Grimaldi, due personaggi espressione di visioni agli antipodi.
Il politico brianzolo punzecchia anche Cuperlo: “Io non ho nessuno dietro (il riferimento è a D’Alema ndr) se non persone che si battono per la legalità, sindaci che si spendono sul territorio e personalità di spessore politico come Walter Tocci”. Ma come Cuperlo guarda ad un partito che recuperi la sua idea di sinistra per tornare a vincere: “Dobbiamo recuperare quei 4 milioni di voti che abbiamo perso e che ha recuperato Grillo. Sono stanco che tutto venga tacciato come populismo, una grande forza di sinistra deve considerare il disagio sociale. Chi si batte per le categorie emarginate non è un comunista, a chi invece dice che non esiste più la destra e la sinistra dico che questa è una frase di destra”.
Secondo Civati il Pd è l’unico partito organizzato insieme a Sel per questo auspica che si inizi a dialogare con Vendola per dar forma ad un unico partito che aderisca al Pse. di Rosa Iandiorio
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