Franco D’Ercole dopo due legislature si ripropone alla ribalta regionale per un posto a Santa Lucia. L’uscente Presidente della Commissione regionale Statuto ha un pedigreè di tutto rispetto. Entra giovanissimo nel Ministero di Grazia e Giustizia. Nel 1993 viene proposto come dirigente della Direzione Nazionale Antimafia. Oggi primo dirigente della Procura della Repubblica di Avellino. Scende in campo per la prima volta nel 1983 con il Movimento Sociale – Destra Nazionale; nel 1985 viene eletto al Consiglio comunale di Avellino; diviene capogruppo del M.S.I. D.N.; poi nel 1987 segretario provinciale; nel ’90 viene confermato a Palazzo di Città come consigliere; nel’94 all’unanimità presidente provinciale di An. Da allora altre conferme. Nel ’95 eletto consigliere regionale… Nel 2000 di nuovo a Palazzo Santa Lucia e dal 2001 presidente della Commissione Statuto. “Nonostante l’ostruzionismo dell’estrema sinistra e di un consigliere di Fi”, porta lo statuto regionale all’approvazione. Insomma ancora una volta l’esponente di An si ripropone alla gente per “denunciare gli sprechi e gli errori”. “Credo – dichiara Franco D’Ercole nel corso della conferenza stampa alla quale hanno preso parte Modestino Iandoli, Carmine Montanile, Luigi Vannetiello – che sia necessario dare voce ancora di più alla destra nella nostra provincia perché molte problematiche le abbiamo portate noi in Regione, anche se il più delle volte sono rimaste inascoltate. E’ assurdo che lo stesso Anzalone faccia la campagna moralizzatrice ritenendo che la morale gli sia data dal Signore. La morale non può appartenere alla glorificazione politica. Ha detto che avrebbe recuperato 30 milioni di euro a favore del reddito di cittadinanza. Il tutto diminuendo gli stipendi ai consiglieri regionali. Su questo ci siamo, ma da dove viene la sua conversione? E’ strana che venga proprio da lui perché è stato beneficiato di un vitalizio, dopo soli due anni di assessorato”. Dalle stoccate pone l’accento sugli obiettivi che intende portare avanti: “Riteniamo doveroso riprendere il discorso sviluppo fermo al palo. Il Contratto D’Area non si è mai avviato perché c’è troppa ingerenza politica. Bisogna smettere di usare tali progetti come strumenti di propaganda elettorale. La politica ha bisogno di altro. Mi auguro che in campagna elettorale non ci siano altre inaugurazioni: vedi città ospedaliera”.
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