A 11 anni comincia a lavorare. A 13 è caporeparto. Durante la resistenza è al fianco dei partigiani. Nel 1945 l’incontro con le Acli e nel 1948 è co-fondatrice della Cisl. Francesca Meneghin è stata una delle protagoniste della storia civile italiana. E ieri ha onorato con la sua presenza la festa per i 60 anni delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. Nell’affollata sala convegni dell’ex Carcere Borbonico, il suo carisma, la disarmante semplicità e un’umiltà non comune agli ‘uomini’ di spessore, hanno incantato i presenti. Silenzio e attenzione hanno accompagnato la sua storia. Una storia che prende origine da Vittorio Veneto, piccolo centro in provincia di Treviso, fino a valicare i confini del Veneto ed imporsi nel destino dell’Italia. Un’Italia in crisi, che usciva dalla guerra e che faticava a ritrovare la sua identità, ma che ambiva al riscatto. Al tavolo, per usare un termine formale, la vice Presidente Provinciale delle Acli, Rosanna Repole, artefice di questo incontro speciale, la Responsabile Provinciale del Coordinamento Donne Acli, Patrizia Delli Gatti, la Coordinatrice Donne della Margherita, Rosetta Casciano, la Dirigente Scolastica, Rita Maio, la Prof.ssa Geppina Frieri, la Dott.ssa Giusi Cersosimo e la Coordinatrice Nazionale Donne Acli, Maria Grazia Fasoli. Al centro della chiacchierata, la forza di una donna che, consapevolmente o inconsapevolmente,… o forse, come sostiene la Meneghin, guidata dall’alto, ha cambiato le sorti della storia italiana. Alla fine del suo intervento resta una sola, grande, lezione: lottare per le cose in cui si crede, senza pretese e ambizioni… ma con la convinzione che tutto quello che nasce da una mente ‘povera’ può cambiare il mondo. (di Marianna Morante)
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