“Nunzio era nel posto giusto e nel momento giusto, perché era un ragazzo onesto e non possiamo accettare anche trentuno anni dopo la logica del momento sbagliato e del posto sbagliato”. Sono le parole che il primo cittadino di Taurano Salvatore Maffettone, amico di Nunziante Scibelli, operaio trentunenne vittima innocente della camorra, ha voluto pronunciare davanti alla lapide commemorativa voluta nel 2018 per fare memoria di una delle pagine più brutte della guerra di camorra che negli anni ’90 ha insanguinato il Vallo di Lauro. Nel primo tornante di Via Circuito, nella frazione Ima di Lauro, dove una scarica di colpi di mitra e fucile destinati a due elementi di spicco del clan Cava fu per errore del commando esplosa sulla Giulietta blu di Nunziante Scibelli, si sono ritrovati, per il secondo anno consecutivo convocati dal sindaco di Lauro Rossano Sergio Boglione, non solo le fasce tricolori della zona, oltre ai sindaci di Lauro e Taurano anche il primo cittadino di Moschiano, Rosario Addeo, una rappresentanza del Comune di Pago Vallo Lauro, il presidente del Parco del Partenio, Franco Iovino, ma anche associazioni, cittadini ed esponenti del mondo della scuola.
Ad Ima e’ arrivato anche il comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Luigi Bramati, insieme ai comandanti delle stazioni di Lauro, Quindici e Marzano, il dirigente del Commissariato di Ps, il vicequestore Elio Iannuzzi. Presenti come ogni a nno anche i familiari delloperaio ucciso da un commando di killer. Dopo le parole della consigliere Paola Scafuro e la benedizione della lapide e il momento di preghiera del parroco di Lauro, Don Luigi, ci sono stati gli interventi della dirigente scolastica di Lauro Maria Siniscalchi, che ha ragionato sulla necessita’ di un impegno e di una presenza sempre piu’ alta dei cittadini a questa manifestazione, annunciando anche l’iniziativa di dedicare alla memoria di Nunziante il plesso scolastico di Taurano e di Giovanni Ferraro della Proloco di Taurano, che dopo l’iniziativa del premio dedicato a Scibelli, ha anche sollecitato i sindaci ad appoggiare il progetto di un docufilm dedicato alla giovane vittima della camorra.
Anche a trentuno anni di distanza da quella sera dell’ottobre 91 e con le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e della Dda di Napoli, che nel 2011, venti anni dopo grazie alle propalazioni di uno dei killer, il boss pentito Felice Graziano, avevano ricostruito i fatti, il Vallo di Lauro non dimentica la giovane vita spezzata dalla camorra a cui nel 2018 e’ stata intitolata anche l’aula della Corte di Assise di Avellino.