Maledetta crisi. Un altro episodio sconcertante in Irpinia. Un imprenditore 40enne, B. G., non ottiene un finanziamento e pensa di dar fuoco alla banca. E’ avvenuto alle falde di Montevergine, a Mercogliano dove, l’uomo si è presentato di buon ora allo sportello del Banco di Napoli di viale San Modestino. Accecato dalla rabbia, con i nervi a fior di pelle una volta entrato all’interno della banca ha iniziato a cospargere la sala di diluente. Nel frattempo direttrice e dipendenti, probabile che l’uomo li abbia invitati ad uscire, hanno raggiunto il piazzale antistante da una porta secondaria.
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E da quel momento in poi, la banca è diventata arena di razzia dell’uomo che ha distrutto suppellettili e quanto altro c’era all’interno. Con un accendino ha provato a dar fiamma. L’uomo barricato nella banca e con fuori capannelli di gente che assisteva allo spettacolo di crisi e nervi, visto che le vetrate sono fronte strada. Allertati Carabinieri e Polizia che giunti sul posto hanno atteso l’arrivo anche dei Vigili del Fuoco per stilare il piano anti sommossa. I caschi rossi hanno forzato la porta di ingresso e con un idrante hanno mobilizzato l’uomo. Carabinieri e Polizia hanno fatto testa a testa per chi dovesse assicurarlo alla giustizia. Una volta preso l’uomo 40enne, operante nel settore autotrasporti, tutto è ritornato alla normalità con la direttrice della banca e le impiegate a dover rispondere alle domande degli inquirenti.
L’imprenditore, titolare di una ditta di trasporti, (coniugato, con 3 figli e incensurato), è stato poi tratto in arresto dai militari della Stazione Carabinieri di Mercogliano per i reati di detenzione di materiale infiammabile, tentato incendio, danneggiamento aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale. Una volta concluse le formalità relative all’arresto, su disposizione concorde del pubblico ministero di turno, sostituto procuratore dott. Maria Luisa Buono, i carabinieri hanno assicurato l’uomo in regime di arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa che venga celebrato il processo penale a suo carico con il rito per direttissima. Le motivazioni alla base del gesto sono riconducibili all’estrema disperazione dell’uomo (che non si esclude potesse poi cercare anche di suicidarsi nell’incendio), dovuta al dissesto economico dell’azienda e all’impossibilità di ottenere credito. Proprio la citata banca, infatti, pochi giorni fa’ gli aveva comunicato l’impossibilità di emettere un carnet d’assegni a suo favore, giacché protestato, e anche in precedenza altri istituti di credito di cui risulta cliente gli hanno negato il ricorso al credito.