Alfredo Picariello – “Ho avuto l’onore di servire il mio Paese ai più alti livelli. Adesso voglio aiutare questi ragazzi a cambiare il mondo”. Sembrerebbe quasi un passaggio di testimone, una sorta di testamento: è quanto scrive Matteo Renzi, il senatore Renzi, nel suo ultimo libro “La mossa del cavallo” (Marsilio Nodi), che l’ex presidente del Consiglio sta presentando in lungo e in largo nel Paese, facendo tappa ieri sera nello splendido scenario dell’anfiteatro di Avella.
Ma a ben vedere, anche quello che è accaduto ieri (un bagno di folla vero e proprio per Renzi, abbracci, strette di mano, selfie ed applausi), testimonia che il “passaggio di consegne”, per il toscanaccio, è ancora molto lontano. Renzi è ancora un leader, nonostante tutto, nonostante un partito – “Italia Viva” – che non sembra, almeno stando ai sondaggi, volare alto ma che, ad ogni modo, appare essere un ago della bilancia nello scacchiere della politica italiana.
Renzi arriva ad Avella da Salerno, altra tappa di presentazione della “Mossa del cavallo”. Arriva in Irpinia per il libro ma, soprattutto, per sostenere i suoi alle prossime elezioni regionali. Ad attenderlo, infatti, c’è il padrone di casa, Enzo Alaia. “Sono molto contento – afferma Alaia – che un personaggio come Renzi possa ammirare da vicino le bellezze della nostra Irpinia. Italia Viva, vedrete, sarà il secondo partito della coalizione di centrosinistra in Campania”.
Oltre ad Alaia, si vedono Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano e coordinatore di “Italia Viva” in Irpinia; Marco Pugliese, ex deputato di centrodestra; Giovanni Ianniciello, ex sindaco di Grottaminarda; Marisa Graziano, attuale assessore di Grottaminarda. Ci sono anche il ministro Bonetti, Ettore Rosato e Gennaro Migliore, seduti in prima fila accanto ad Alaia.
Renzi appena scende dall’auto è letteralmente preso d’assalto dai fan. E, ovviamente, dai giornalisti. “La Regione Campania – dice – ha gestito l’emergenza coronavirus meglio delle altre regioni, del Nord e non solo del Nord. Adesso la vera sfida è quella del lavoro, la vera sfida è l’occupazione. Prima avevamo 4mila persone in terapia intensiva, adesso sono 40, ma il problema è che ci sono 600mila persone che hanno perso il posto di lavoro. Su questo è doveroso fare uno sforzo per recuperare credibilità e posti di lavoro soprattutto per i nostri ragazzi”.
L’ex Premier arriva in Campania quando imperversa l’inchiesta sull’emergenza coronavirus che sta investendo anche la stessa Regione: “Le inchieste vanno sempre rispettate, sia che riguardano gli amici sia che riguardano gli avversari”, afferma.
“Invece di mettersi a commentarle all’inizio sulla base di spezzoni che vengono pubblicati da qualche parte, bisognerebbe imparare ad aspettare le sentenze della Corte di Cassazione. E’ un Paese civile quello che non fa sentenze per partito preso ma aspetta la fine del percorso. Vale per la Campania, vale per la Lombardia, per la Toscana: in tutte le regioni ci sono inchieste che riguardano la gestione dell’emergenza coronavirus, oggi penso che la preoccupazione dei cittadini, anche in Irpinia, sia una e una soltanto: come fare a superare questa fase recuperando posti di lavoro. Tutto il resto serve soltanto ad alimentare il chiacchiericcio degli addetti ai lavori”.
Il lavoro è il vero leit motiv di Matteo Renzi. Ma l’ex sindaco di Firenze si concede anche su altri argomenti. Che effetto fa essere in coalizione con Ciriaco De Mita? “L’ultima volta che ho incontrato il Presidente De Mita è stata in occasione del referendum. In quell’occasione, mi sembra sia andata meglio a lui…”.
Dopo il “passaggio” sul sindaco di Nusco, Renzi ritorna sull’argomento principe: “La mancanza di posti di lavoro è una questione che viene sottovalutata. Si parla di legge elettorale, di sindaci, ma per me c’è una priorità sola: il lavoro, l’occupazione. Stiamo rischiando l’osso del collo, in Campania come detto l’emergenza coronavirus è stata gestita meglio che alrove, ma ancora c’è molto da fare per recuperare il livello minino di decoro e decenza sui posti di lavoro, questa è la priorità”.
Bene, ma in concreto, in “soldoni” come direbbe qualcuno, come si fa? “Si parte dallo sblocco dei cantieri, è la prima cosa, la più semplice, ma anche la più difficile a causa della burocrazia. Ricordo che nella passata legislatura in Irpinia abbiamo discusso a lungo della Napoli-Bari e sappiamo quanto sia fondamentale per le aziende e non solo. Lo stesso discorso vale per gli investimenti in infratrutture digitali e su tutto ciò che possa aiutare a far crescere la presenza di turisti in un momento in cui il turismo, almeno quello internazionale, è morto. C’è poi il tema delle aree interne e quello di come ovviare ad una contraddizione atavica: il Sud sforna capitale umano di qualità che poi, però, è costretto ad andar via, al Nord o addirittura all’estero”.
“Quindi – rilancia – si parte a piccoli passi, dalle grandi opere ma anche dal capitolo della decontribuzione. I soldi non vanno dati a chi lascia le persone in cassaintegrazione ma a chi le vuole riportare a lavorare. Sul lungo periodo poi penso ad un grande investimento sulla famiglia. Insomma, di cose da fare ce ne sono, occorre smettere di chiacchierare e mettersi al lavoro”.
Una signora, “giornalista per caso”, gli chiede della scuola: “Quando a marzo dicemmo che andavano riaperte, ci presero per pazzi. Il 14 settembre devono essere riaperte, senza nessun tentennamento”.
Anche il tema delle alleanze per Renzi è una cosa ovvia, è ovvio, cioè, che in una regione si stia con una coalizione e in un’altra, in una coalizione diversa. “In Campania tra De Luca e Caldoro non ho nessun dubbio che si debba votare per Enzo. In alcune regioni, poi, siamo con il centrosinistra, in altre no. In Puglia non potevamo allearci con un populista come Emiliano, in Liguria il centrosinistra ha candidato un giornalista del Fatto Quotidiano, la negazione dei nostri valori”.
Prima di concedersi al “bagno di folla” e alle domande dei direttore di Fanpage, Francesco Piccinini, una battuta del Matteo fiorentino sul Matteo lumbard che, stesso in giornata, aveva dichiarato che Italia Viva è un partito fantasma. “Mi sa – dice Renzi – che Salvini i fantasmi li ha visti giusto un anno fa al Papete. Credo sia ancora lì, fermo, bloccato, ad un anno fa”.