VIDEO E FOTO / A giugno si sarebbe dovuto sposare in quella Chiesa: oggi da San Ciro l’ultimo viaggio del maresciallo Di Donato

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Il dolore è grande e lancinante. Come la commozione, le lacrime che non si fermano di mamma Angela e la voglia di dirgli addio da parte di tutti quelli che lo conoscevano, al punto tale che le tante persone venute, non sono riuscite ad entrare nella pur grande chiesa di San Ciro, ad Avellino.

Il dolore è composto, ma la morte di Stefano Di Donato ha davvero sconvolto tutti. Il maresciallo Di Donato se n’è andato all’alba di una triste domenica di metà marzo. Maledetta domenica, un malore, un infarto lancinante, se l’è portato via, all’improvviso, nel meglio dei suoi sogni da 36enne: il matrimonio ormai prossimo con la compagna Valentina – si sarebbero dovuti sposare a giugno – , la carriera nell’Arma, la famiglia, gli amici, l’arte, la cultura, il bello e quella visita nello stupendo palazzo Filangieri, a Lapio.

Stefano invece è morto nel suo alloggio di servizio, all’istante, niente o nessuno ha potuto fare qualcosa. A Chiusano San Domenico ci era arrivato un anno fa ed era diventato il vicecomandante della stazione. Nell’Arma si era arruolato molto giovane, nel 2006. Aveva prestato servizio presso il Reggimento di Roma per un lungo periodo, quindi il trasferimento alla stazione di Cancello e Arnone, in provincia di Caserta. E poi, la sua amata Irpinia.

L’ultimo saluto nella “sua” chiesa, quella di San Ciro. Stefano era nato e cresciuto in quella zona, a due passi, in via Colombo. Fervente cattolico, scout legatissimo al suo gruppo Agesci. E legatissimo alla sua famiglia: oltre alla mamma, al papà Antimo, al fratello Carlo, gli zii, i cugini. I carabinieri sono poi diventati la sua seconda famiglia.

“Era innamorato di Dio, degli scout, della famiglia ed orgoglioso della divisa”, ricorda uno dei parroci presenti ai funerali. Sull’altare si sono alternati Don Antonio, vice parroco della chiesa di San Ciro, Don Carlo, cappellano militare, Don Catalin, parroco di Bellizzi ed ex vice parroco di San Ciro, Don Antonio, parroco di Montevergine, Don Luigi, parroco di Lapio e Padre Luciano, parroco di San Ciro.

L’omelia è stata di Don Antonio: lui avrebbe dovuto unire in matrimonio Stefano e Valentina a giugno. “Aveva voluto Stefano che fossi io a celebrare le nozze. Stavano frequentando con me un corso prematrimoniale. Era un ragazzo solare, pieno di vita ed aveva un grande senso di responsabilità”.

Dall’altare, Don Antonio si è rivolto alla famiglia: “Oggi non vi sappiamo e possiamo dare parole di consolazione, vi diamo soltanto parole di vita. Dobbiamo vivere la nostra vita con impegno, come ha sempre fatto Stefano. La sua è stata una vita “per”: per la famiglia, gli scout, la chiesa, lo Stato, la compagna. Stefano ha fatto sempre del proprio meglio, un continuo per, mai un atto di egoismo. Forse l’unico di egoismo è stata questa morte che lascia tutti noi sgomenti”.

Parole di commozione anche da parte del sindaco di Lapio, Maria Teresa Lepore. A salutarlo anche il primo cittadino di Parolise, Antonio Ferullo, ed il vice di Chiusano San Domenico, Carmine De Maria.

Tutti hanno perduto una persona speciale, l’incredulità è sul volto anche di tutti i suoi colleghi carabinieri e del comandante provinciale di Avellino, Luigi Bramati. L’addio è consegnato a dei palloncini blu che volano in alto, verso il cielo, verso Stefano che da lì, sicuramente, avrà avuto un sorriso per tutti.