FOTO E VIDEO / Un ulivo per Palatucci, santo ed eroe irpino. Il Prefetto: “Il suo coraggio sia da esempio”

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Alfredo Picariello – Il questore di Fiume che salvò gli ebrei. La storia dell’irpino Giovanni Palatucci la conoscono un po’ tutti nel mondo. Un eroe, un santo, un “giusto tra le nazioni”. Vanto, sicuramente, della provincia di Avellino, della “sua” Montella ma non solo. “Auspico che ci siano tanti santi ed eroi come Palatucci, perché ne abbiamo ancora bisogno di santi ed eroi”, dice il Vescovo. Arturo esalta la figura del poliziotto, questore reggente di Fiume, e ricorda che quel maledetto 10 febbraio 1945, nel campo di concentramento di Dachau – dove Palatucci perse la vita – c’erano meno venti gradi.

In Germania Palatucci venne deportato il 22 ottobre del 1944, dopo essere stato arrestato dal tenente colonnello Kappler delle SS e tradotto nel carcere di Trieste il 13 settembre. La sua colpa? Aver salvato, contravvenendo alle regole fasciste, circa 5mila ebrei dallo sterminio.

“Palatucci è un’altra figura importante della provincia di Avellino”. Lo dice il Prefetto Paola Spena, intervenuta questa mattina nel Parco di via Morelli e Silvati che porta già il nome dello “Schindler italiano”. Qui è stato piantato un ulivo ed è stata scoperta una targa in suo onore. Insieme al Prefetto, il Vescovo, il sindaco Gianluca Festa, la Polizia di Stato e una pronipote di Palatucci.

“Il suo coraggio – prosegue il Prefetto – è una cifra che dovrebbe accomunare tutti noi soprattutto in questo periodo così difficile. Il coraggio ed il rispetto delle regole ci possono aiutare ad uscire anche da questa situazione. Il coraggio è un esempio, aiuta a tirare fuori il meglio di ognuno di noi. Siamo onorati di avere Palatucci come figlio di questa terra”.

Luisa Petruzziello è una pronipote di Giovanni Palatucci. La nonna era una sorella del funzionario di polizia. “Sono cresciuta nel suo ricordo, provando a seguire il suo insegnamento. Per me è un’emozione ed un onore essere una sua parente. Anche mia nonna mi ha insegnato molto, soprattutto il perdono. Non ho mai sentito da parte sua disprezzo oppure odio contro chi ha ucciso Giovanni”.