Alfredo Picariello – Per ricordare. I tanti contagiati (12mila) ed i morti, 40. Ci sono candele accese e c’è silenzio, interrotto solo dall’inno di Mameli, suonato alla tromba da un ragazzo con la bandiera sulle spalle. Sotto la Prefettura di Avellino, in maniera composta, gli infermieri e il sindacato “Nursing Up”. Un flash mob ordinato, da tempi di Coronavirus. Per ricordare. Ma non solo. “Stop al demansionamento”, recita uno degli striscioni. Ed ancora: “Nonostante i tagli gli infermieri hanno il coraggio di andare avanti”, c’è scritto su un altro tazebao. “Lottiamo per il giusto riconoscimento della nostra professione”.
Uno dei cartelli è forse il più significativo: “Eroi super sfruttati, invisibili e mal pagati! Diamo salute… chiediamo rispetto”. Gli infermieri di Avellino si sentono proprio “sfruttati e invisibili”. Non le manda di certo a dire Giovanni Calienno, segretario provinciale Nursing Up. “Siamo stati pugnalati alle spalle – afferma -. Noi in questi tre mesi non ci siamo per nulla risparmiati, i contagiati e le vittime nella nostra categoria, ne sono la conferma. I politici dovrebbero riflettere su tutto quello che è successo ed invece ci prendono soltanto in giro”.
“La goccia che ha fatto traboccare il vaso – prosegue Calienno – è l’ultimo decreto “Salva Italia” del Governo. Inizialmente era stato previsto, per noi infermieri, un incentivo di 2mila euro, poi di 1.000. Oggi scopriamo, invece, che è stato tutto cancellato. Noi non chiediamo soldi, ma vogliamo che lo Stato ci aiuti a migliorare la sanità in Italia”.
Secondo il “Nursing Up”, in Italia mancano all’appello 53mila infermieri. In Irpinia circa duecento. Insomma, una situazione difficile. “Così diventa molto complicato andare avanti – dice il segretario provinciale del sindacato -. Non mancano solo gli infermieri, manca anche il supporto. Per questo motivo, il più delle volte ci troviamo ad affrontare compiti che non sono i nostri, veniamo demansionati. Chiediamo di partecipare al tavolo con il Governo e discutere del futuro della sanità”.