FOTO E VIDEO / San Martino Valle Caudina, la camorra spara in pieno giorno. Ammazzato il boss Di Paola

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Alpi – Lo hanno ammazzato a bruciapelo, in pieno giorno, in una strada abbastanza centrale di San Martino Valle Caudina. Diversi i colpi di pistola che gli sono stati esplosi contro a distanza ravvicinata. Cinque, forse quattro. Uno lo ha raggiunto alla testa. Stamattina Orazio Di Paola, 58 anni, è finito, molto probabilmente, in un agguato di camorra. E’ stato ucciso, freddato, in una tarda mattinata di inizio settembre.

Il suo killer lo ha affiancato in via Castagneto, strada che De Paola stava percorrendo a bordo di una bici elettrica. I colpi, tutti andati a segno, lo hanno raggiunto al petto all’avambraccio e, quello fatale, alla testa. Non c’è stato scampo per l’uomo considerato un boss del clan dopo aver scalato le gerarchie in seguito agli arresti del capo Gennaro Pagnozzi, detto O’ Giaguaro, e del figlio Domenico, detto “Occhi di ghiaccio”. Quest’ultimo aveva allargato gli interessi del clan nel Lazio e nella stessa Roma, stringendo alleanze con il clan Senese opposto ai Casamonica.

Di tutto “rispetto” il curriculum della vittima. Fin da giovanissimo era finito dentro vicende legate alla criminalità organizzata, più volte arrestato e destinato al confino e alla sorveglianza speciale, De Paola era tornato in libertà nel 2019 e secondo la Dda di Napoli, prima di rivestire un ruolo di vertice nel clan Pagnozzi, era il riferimento del clan Bove-De Paola smantellato nel 1998. La sua uccisione, è questo il timore di inquirenti e investigatori, potrebbe aver rotto la tregua tra i clan che si contendono le attività criminali in provincia di Avellino e in altri territori della regione attraverso le alleanze incrociate con altri clan camorristici della Campania.
I militari dell’arma stanno interrogando abitanti della zona, pregiudicati del posto e conoscenti della vittima.

Trovato anche il cellulare di De Paola che potrebbe rivelare gli ultimi contatti e aiutare a ricostruire gli ultimi spostamenti. Si stanno eseguendo anche alcune perquisizioni in casa di affiliati al clan Pagnozzi. Sul posto, oltre i carabinieri del Comando provinciale di Avellino agli ordini del colonnello Massimo Cagnazzo che abbiamo intervistato, il medico legale Pianese, il sostituto procuratore D’Onofrio e i carabinieri del Nucleo Investigativo.