Alfredo Picariello – Il nuovo bus made in Irpinia, il Citymood 12 Lng presentato questa mattina a Flumeri, si spera sia anche sinonimo di nuove commesse per lo stabilimento irpino che sta vivendo una grande fase di rilancio ma che, ovviamente, deve fare i conti con il mercato. “Ci piacerebbe che lo fosse ma non è detto che lo sia”. Lo afferma in maniera netta Danilo Martelli, direttore commerciale di Industria Italiana Autobus. “L’Italia purtroppo non ha ancora fatto un salto di tipo culturale che vediamo invece in Francia o in Germania, dove si riesce a privilegiare la filiera nazionale. In questo Paese c’è ancora molta esterofilia”.
Chiediamo a Martelli se il cambio di Governo possa creare qualche problema futuro alla IIA. “Spero di no, non credo. Il Governo Draghi ha già chiaramente spiegato che la priorità, oltre alla tutela della salute e alla battaglia contro il covid, è quella di sviluppare l’Italia, il tessuto industriale. Ci sono tantissimi fondi già a disposizione delle Regioni e dei Comuni per l’acquisto di nuovi autobus, quello che è importante che il nuovo esecutivo faccia è di aiutare a semplificare la burocrazia. I tempi di emissione di nuove gare, ad esempio, sono un po’ troppo lunghi, nonostante ci siano già i soldi. Sull’industria questo provoca effetti negativi”.
Ancora poche le commesse per l’industria di Flumeri. Lavoro garantito fino a maggio. “Stiamo operando – dice Martelli – per cercare di vendere ed abbiamo ancora dei residui della piattaforma Consip del 2017. Abbiamo partecipato ad altre gare, più piccole e veloci, speriamo, se le vinciamo, di poter alimentare la linea. Però – prosegue – il tema è sempre lo stesso, purtroppo non c’è la focalizzazione sull’unico produttore che c’è in Italia e quindi rischiamo di arrivare a maggio senza ordini. Ma stiamo lavorando alacremente per cercare di sensibilizzare i potenziali clienti”.
“Ad ogni modo, il nostro futuro non è incerto, perché ci sentiamo molto supportati dallo Stato: l’azienda è stabile, progredisce e va avanti. Dobbiamo orientare la cultura a favorire la filiera nazionale, in modo da ottenere maggiori commesse. La stabilità c’è, la velocità di sviluppo un po’ meno. Bisogna tenere duro, rendiamoci conto che due anni fa quest’azienda era ormai bloccata, oggi è un fiore all’occhiello della manifattura campana e nazionale”.