Foti: “Nessuna continuità con certe persone. Anche le papere galleggiano”

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Marco Imbimbo – Non ci sta a passare come un sindaco che non ha fatto nulla e così rispedisce al mittente tutte le accuse. Paolo Foti parte dai numeri, quelli dei milioni di euro sulle opere pubbliche, ma anche sui giudizi che si sentono in questi giorni di campagna elettorale.

«Qualcuno parla di discontinuità da me, invece sono io che non voglio essere in continuità con queste persone», tuona il primo cittadino.

Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa con l’assessore all’Urbanistica, Ugo Tomasone, è stato tracciato il bilancio di tutte le cose fatte e dei progetti lasciati in eredità a chi verrà dopo. «Questa amministrazione – spiega Foti – ha movimentato in silenzio ben 77 milioni di euro, a cominciare dalle grandi opere che abbiamo trovato incompiute come la Bonatti. Forse il nostro errore più grande è stato sulla comunicazione».

A questi soldi si aggiungono tutti gli altri sui progetti finanziati e che dovranno essere avviati dal sul successore: «Lasciamo in eredità delle progettualità molto importanti per 93 milioni di euro. Interventi attesi da quella parte di città pensante e in buona fede – puntualizza in tono polemico. Progetti e soldi che non abbiamo trovato quando siamo arrivati noi».

Tra questi ci sono i 18 milioni di euro per le periferie, i 13 milioni per la bonifica dell’Isochimica e i fondi del Pics su centro storico e Dogana, giusto per citarne qualcuno. «Progettualità che rientrano in una visione di città, una visione vera e non come quella di qualche candidato sindaco che leggo sui giornali. Sembrano più visioni da città delle bambole».

Il tono polemico del sindaco Foti, però, arriva anche all’indirizzo di chi, oggi conduce una campagna elettorale sul tema della discontinuità. «Anche le papere galleggiano – ironizza. Qualcuno si dichiara in discontinuità da me, ma sono io a non voler avere alcuna continuità con queste persone – tuona in conferenza stampa. Si accomodino fuori dalla porta».

Un’accusa che porta con sé anche una difesa a spada tratta della sua squadra di governo. «Parlano di discontinuità come se io fossi Totò Riina. Nella mia Giunta non c’è stato il bandito Giuliano. Tutti si sono adoperati per la città con grande sacrificio». Infine un pensiero al Presidente della Repubblica, Mattarella: «A lui va la mia piena solidarietà. Vedo tanti costituzionalisti che aizzano le folle».

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