Commissariamento: uno spettro che continua ad espandersi in Irpinia e che trae la sua forza da insanabili spaccature e continue frizioni all’interno delle forze amministrative. Dopo la sorte toccata al Comune di Lioni sembra essersi diffusa una ‘epidemia’ che non trova più nella dialettica il giusto antidoto per giungere alla soluzione dei problemi. Questa volta ad essere ‘contagiato’ è stato il Comune di Fontanarosa che oggi vive la sua prima alba all’insegna di poltrone ‘vacanti’. Non più tardi delle 8.30 di ieri mattina, infatti, nove consiglieri comunali, 4 della maggioranza e 5 dell’opposizione, hanno rassegnato le proprie dimissioni. In primis Angelo Giusto, non solo membro dell’assise cittadina ma anche consigliere regionale in quota Ds. Insieme a lui Emilio Barisano, Salvatore Modano, Giuseppe De Iesu. Per la minoranza, invece, Pasquale Di Pietro, Grazia Petrone, Luca Tartaglia, Pasquale Lo Priore, Enrico De Simone. Una brutta battuta d’arresto per Fontanarosa ed in particolare per Angelo Giusto, riconosciuto leader locale e dei diesse. Probabilmente il flirt tra Giusto e il primo cittadino, nato all’indomani delle amministrative, è andato man mano scemando con i contraccolpi dello scioglimento del Consiglio. Molte le frizioni che covavano all’interno di una maggioranza apparentemente compatta – almeno fino a qualche tempo addietro – e che non hanno trovato nel dialogo alcun rimedio. Di qui la decisione di adottare un atto estremo e, a quanto pare, senza via di ritorno. “Alla base della posizione che abbiamo assunto – ha sostenuto il capogruppo di opposizione – ci sono grandi problemi. Frizioni che non facevano prospettare alcun tipo di soluzione. Forse tutto potrebbe essere ricondotto alla posizione di accentramento assunta dal sindaco Giuseppe De Lisa”. Più dura, come si evince da un documento, la posizione del gruppo dei Ds locali: “Volevamo evitare questo epilogo. Per questo avevamo coinvolto nella discussione sulla crisi il segretario provinciale della Margherita, Covotta, ed il responsabile degli Enti Locali, Giuseppe De Mita. I dirigenti provinciali hanno cercato in tutti i modi di evitare lo scioglimento chiedendo anch’essi al sindaco di agire con collegialità e di fare in modo che la rappresentanza in giunta fosse aperta anche ai Ds. L’ostracismo messo in campo contro i Ds ed il loro leader ha accecato quanti chiusi nella ‘gestione riservata’ del Comune volevano tenerci come utili idioti, prigionieri di un percorso che non ci convinceva. Ora chi voleva disarcionare i Ds è stato a sua volta disarcionato. La parola alle urne”. Dunque nessun tipo di mediazione è stato in grado di ricreare il necessario equilibrio e ristabilire un assetto ormai incrinato. Neanche l’impegno mostrato dal responsabile degli Enti Locali Giuseppe De Mita, rammaricato per una situazione che ha raggiunto livelli eccessivi. “Gli eventi sono stati davvero precipitati. Da una parte il sindaco avrebbe potuto rispondere alle richieste che gli erano state avanzate. Dall’altra c’è stata una certa precipitazione negli eventi da parte del gruppo diessino, indice della chiara mancanza di determinazione al dialogo. Forse mai come in questo caso sarebbe stata necessaria una certa dose di equilibrio che è venuta a mancare da entrambe le parti”. Emblematico, secondo De Mita, anche il coinvolgimento dell’opposizione, a testimonianza di una “eterogenesi di fini” che in qualche modo lascia riflettere. Un intervento equilibrato che termina con un interrogativo: “Se in una situazione analoga, ma a parti invertite, anche noi della Margherita avessimo agito in modo così precipitoso?”. Un interrogativo che non lascia certo largo spazio all’immaginazione ma che non cambia certo l’epilogo della storia: Fontanarosa avrà presto il suo Commissario Prefettizio. (Manuela Di Pietro)
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