Avellino – L’approvazione, in questi giorni, delle proposte progettuali relative ai piani di sviluppo della Regione Campania rappresenta il punto di partenza per lo sviluppo economico territoriale nei prossimi anni. La crescita e la competitività produttiva passa anche attraverso il sostegno finanziario. I fondi, messi a disposizione dalla Comunità Europea, rappresentano sicuramente un’opportunità per l’intera regione e per quegli enti, che a vario titolo, avranno la voglia e la forza di credere in un’idea, un’intuizione, una proposta, che dia nuovi impulsi al sistema locale. In quest’ottica anche l’Irpinia si prepara ad attrezzarsi per la sfida del rilancio economico, come emerge dalle parole dell’assessore provinciale alle Attività produttive, Giuseppe Di Milia.
Assessore, quali sono le esigenze del nostro ambito territoriale in relazione alle opportunità finanziarie del piano regionale 2007-2013?
“La provincia di Avellino è costituita da contesti locali spesso molto diversi tra loro. Prevalgono i piccoli comuni ed è necessario che l’impegno profuso non si esaurisca solo nella realizzazione di grandi opere a vantaggio di pochi ma anche nella valorizzazione delle piccole realtà. Purtroppo sono ancora evidenti le ferite inferte dal sisma dell’80 in molte aree dell’Irpinia. Lo sviluppo industriale che ha accompagnato la ripresa economica in questo ventennio non è sempre stato associato alla sostenibilità. Tra le priorità c’è sicuramente quella di realizzare strutture sul territorio, anche al servizio della produttività. In questo senso è in programma un incontro teso a valutare le effettive misure da attivare che vedrà coinvolto il Formez oltre ai principali attori dello scenario produttivo”.
I fondi regionali saranno attivati progetto per progetto, quali sono le condizioni per ottenere l’approvazione? “Non esistendo alcun criterio di ripartizione territoriale dei fondi, risulta chiaro come l’insieme delle proposte passerà al vaglio della Regione Campania insieme a quelle della altre quattro province. E’ indispensabile, dunque, che i piani di sviluppo vengano costruiti con una certa credibilità e serietà per poter fruire delle opportunità finanziarie. Il mio auspicio è che gli amministratori locali sappiano attivarsi concretamente, anche con un pizzico di inventiva. Prendere in considerazione l’eventualità di presentare delle proposte a nome di aggregazioni territoriali piuttosto che di singoli comuni, laddove possibile, puo’ essere sicuramente un esempio in tal senso”.
Per quanto riguarda i progetti in itinere, invece, quali sono le novità?
“Prosegue il nostro impegno nella costruzione dei Patti Formativi Locali. Questo assessorato, in particolare, sta lavorando su tre specifici settori, il manifatturiero, il sociosanitario e l’agroalimentare. L’obiettivo è quello di formare nuove figure professionali in questi contesti produttivi allo scopo di aumentare le assunzioni lavorative, soprattutto tra i giovani. Ci auguriamo che le nuove occasioni di inserimento possano servire ad arginare l’emigrazione di forza lavoro, che, soprattutto tra le nuove leve, è purtroppo ripresa in questi ultimi anni. Sul fronte viabilità, invece, domani ci sarà un incontro con l’Acam (Agenzia regionale per la mobilità sostenibile). Parleremo del tratto ferroviario Avellino – Rocchetta Sant’Antonio e delle misure da intraprendere per il riammodernamento e la sua rivalorizzazione”.
In definitiva, quali le prospettive di sviluppo per i prossimi anni in Irpinia?
“Le numerose risorse di questa terra, sia dal punto di vista umano che territoriale, mi fanno essere fiducioso per i prossimi anni. Sono quindi ottimista in relazione al rilancio economico della provincia. I piani di sviluppo regionale sono il viatico ideale per l’attivazione in questo senso. E’ necessario che tutti gli attori coinvolti si mettano in azione per stimolare la progettualità, anche di lungo periodo. La crescita economica nasce dall’analisi delle problematiche e delle esigenze e si sviluppa poi attraverso la messa in moto della macchina amministrativa”. (di Eddy Tarantino)
Napoli – Approvati i piani di sviluppo regionale per il 2007-2013
La Regione Campania informa che, mediante delibera del 16 marzo 2007, sono state approvate le proposte relative ai programmi operativi Fse e Fesr per l’attuazione della Politica Regionale di Coesione 2007–2013. Si tratta del primo passo nel tracciare le linee strategiche per lo sviluppo economico regionale nel sei anni di riferimento, attingendo dalle opportunità di finanziamento poste in essere, a livello comunitario, grazie al Fse (fondo sociale europeo) ed al Fesr (fondo europeo di sviluppo regionale). La prima stesura del documento programmatico regionale, illustrando il contesto socioeconomico locale e le problematiche connesse, si propone di definire gli ambiti di intervento e le priorità d’azione su tutto il territorio delle cinque province, anche sulla scorta dei risultati conseguiti nel periodo precedente (2000-2006). I fondi in questione, dunque, presto messi a disposizione dei progetti di sviluppo, avranno il compito di potenziare l’economia territoriale secondo i principi europei di competitività e occupazione, nonché dell’imprescindibile ‘sostenibilità’ della crescita. In sintesi, quindi, un’opportunità finanziaria per tutte le comunità che a vario titolo potranno avvantaggiarsene. La Regione, intanto, nello stilare le aree d’intervento, fissa le priorità da raggiungere, stabilendo tra gli obiettivi precipui quello della sostenibilità ambientale, della valorizzazione culturale e turistica, e della competitività produttiva. Nel mirino anche la qualità della vita, minata, come noto, dalle emergenze che quotidianamente affliggono la Campania. Il ‘benessere’ della collettività verrà sostenuto tramite azioni specifiche nei campi della viabilità, dell’accessibilità e della cooperazione territoriale. Approvato contestualmente anche il piano regionale di sviluppo rurale, sempre per il periodo 2007-2013. Il sostegno ad uno dei principali motori dell’economia campana ed irpina sarà sovvenzionato attraverso le opportunità concesse dal fondo europeo agricolo di sviluppo rurale (Feasr). Tra le misure previste dal documento programmatico spiccano la formazione, l’inserimento dei giovani agricoltori, l’assistenza gestionale, l’ammodernamento e la riqualificazione, con particolare attenzione alla valorizzazione delle risorse e del turismo.