Fondi europei, Imbriano: “Una possibilità per le aree interne”

0
103

Avellino – Dopo anni in cui si stentava a intravedere un’idea un disegno alla base delle scelte politico-amministrative, oggi, con la programmazione dei fondi europei 2007-2013, sembra potersi parlare di un’inversione di tendenza. “Torna finalmente la programmazione economica – spiega il segretario provinciale del Prc Gennaro M. Imbrianosenza cui la politica abdica alla sua funzione primaria, il governo dei processi, e si indica per la Campania una missione necessaria e ambiziosa, strategica. Insieme al Governo occorre fare del Sud, così come era scritto nel Programma dell’Unione, ‘una grande piattaforma logistica integrata nel Mediterraneo’. In questo quadro, la Campania può giocare un ruolo decisivo e straordinario. Dunque un’idea-guida che finalmente assume l’intero territorio regionale come scenario politico-amministrativo, riconoscendo il ruolo strategico che le zone interne possono e devono svolgere. Il rischio da fronteggiare, ora, è che le aree interne della Campania e della Puglia siano semplicemente un’area di transito di merci e persone; occorre invece che questi territori diventino una tappa necessaria nella catena del valore della produzione industriale e agricola, aree in cui concentrare nuovi investimenti per l’insediamento di imprese specializzate nei settori ad alta specializzazione e con forte vocazione alla proiezione esterna di mercato. Ma per far questo c’è bisogno di una politica economica e industriale più forte, più legata al territorio, e meno frammentata di quella finora realizzata. Con il prossimo ciclo dei fondi comunitari occorre segnare una svolta, superando dispersione della spesa, inefficienze e sprechi. Vanno indirizzate in Campania ingenti risorse per un serio progetto di riconversione industriale e produttiva che riesca a reggere all’interno della nuova divisione internazionale del lavoro, penso al Distretto tessile di Calitri e a quello della concia di Solofra. Stare sul mercato grazie alla compressione dei salari è con ogni evidenza impossibile. Occorre investire sulla tutela e la valorizzazione della qualità e della sicurezza del lavoro, nella diffusione dell’innovazione tecnologica e nell’aumento dell’occupazione stabile. Occorre investire inoltre nella crescita dimensionale delle imprese e nell’accrescimento della loro capacità di innovazione oggi del tutto insufficiente. Sostenere ricerca innovazione e produzione in settori strategici come l’agroalimentare, l’automotive, rilanciando il quadrilatero Fiat Melfi-Flumeri-Pianodardine-Pomigliano, e nel campo delle energie alternative con l’eolico il solare l’idrogeno. La vera sfida, oggi, per la Campania è rappresentata dalla possibilità di utilizzare il prossimo ciclo di fondi comunitari per trasformare i nostri due limiti strutturali in altrettanti punti di forza: i disoccupati, spesso giovani e altamente specializzati, costretti ancora all’emigrazione, e le zone interne, oggi a rischio spopolamento, che vantano ampie aree produttive dismesse e buona qualità della vita. I giovani e le zone interne, i piccoli paesi, devono essere il terreno della sfida per il futuro della Campania. Dobbiamo riconoscere però che le politiche comunitarie da sole non possono bastare: c’è bisogno di aprire una vertenza col Governo per l’aumento dei trasferimenti statali agli Enti Locali e segnatamente ai piccoli comuni che vivono oggi in una condizione di forte sofferenza”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here