Si chiude oggi «Flussi», il festival internazionale di arti mediali che sta trasformando l’atmosfera del Centro storico di Avellino grazie alle performance di artisti provenienti da tutto il mondo. Non solo tecnologia e sperimentazione, la giornata conclusiva vedrà protagonisti i ragazzi che vivono nei Centri di accoglienza della provincia di Avellino in un evento speciale di vera inclusione sociale e integrazione organizzato in collaborazione con la Caritas diocesana di Avellino.
Alle 18:30, infatti, nell’Esp Stage allestito presso la Casina del Principe di Corso Umberto I, il percussionista napoletano Stefano Costanzo con «Drum Circle» darà vita a una semplicissima e ancestrale pratica che ha ancora oggi il potere di trasportare i partecipanti in una dimensione di concentrazione e catarsi: un cerchio di persone impegnate con le percussioni in una pratica liberatoria e gioiosa, ma allo stesso tempo fortemente aggregativa. L’equità tra i musicisti, il carattere inclusivo – possono prendervi parte persone di qualunque età e qualunque competenza musicale – fanno del «Drum Circle» un momento di produzione, di creazione di comunità, attraverso la pratica sonora, e pertanto un piccolo modello virtuoso di vita collettiva, in cui si forma la coscienza di gruppo attraverso l’ascolto, la simbiosi, il ritmo.
Si comincia, però, a mezzogiorno con il Metaconvivio in Casina: un pranzo insieme agli artisti e a tutti coloro che hanno reso possibile il festival (solo su prenotazione da inoltrare a flussi.eu@gmail.com), poi spazio alla musica con Ibtaba (12:00), D_vergent (16:00), Brianoize (17:15), Tricangolar (18:00), Drum Circle (18:30), Roberto Begini (19:00), Oico (19:40) e Antoine Chessex (20:15). Dalle 21:30 al Main Stage sul belvedere della terrazza del Teatro «Carlo Gesualdo» set di XY Zeebra, Harmonious Thelonious (22:15), Don’t Dj (23:00) e RuhigIn (23:45).
Sarà l’ultima occasione per visitare in Casina le installazioni di Antonello Matarazzo – «Pneuma», forme organiche di potente valore simbolico, assorbite nel ciclo inesorabile della natura, dove tutto si trasforma e niente si distrugge – e Dario Casillo e Cristian Sommaiuolo – «Phonestesia», un circuito chiuso, un sistema di pendoli elettromagnetici, un processo di risonanza meccanica ed elettromagnetica che agiscono attraverso il segnale sonoro e sul segnale sonoro in un eco-sistema dinamico e caotico. In terrazza, invece, le altre installazioni a cura di Flussi Crew, Kanaka Project, Deltaprocess, Nicola Pisanti, Visualboy, Dslak, Rino Petrozziello, Kesson Dalef e Giusto il tempo di un tè.
Ancora, in Casina lo screening della Carovana artistica – «Idomeni Border» – a cura di Deltaprocess, un progetto culturale che unisce 15 professionisti del mondo dell’arte e dello spettacolo nell’intento di realizzare attività artistico–ricreative a favore dei profughi bloccati nei campi in Grecia al confine con la Macedonia.