Avellino – La vendetta è un piatto che va servito freddo. La Virtus ha saputo attendere due anni per restituire la delusione patita nella finale di Casalecchio. Sotto gli occhi del presidente della Fip, Dino Meneghin, e di soli sette tifosi bianconeri, Bologna si è meritatamente guadagnata l’accesso alla sua quinta finale nelle F8. Per Bologna è il solito “Lardo” che cola. Lo stratega ligure ha plasmato un meccanismo che sta funzionando a meraviglia nella parentesi in terra irpina. Chi si aspettava una difesa a zona a oltranza in casa bianconera è rimasto disorientato. Fatto sta che Avellino ha confermato la regola del “tre”. Anche in occasione della prima semifinale, le percentuali da oltre l’arco hanno fatto la differenza: 12/29 per la Virtus, un magrissimo 5/27 per Avellino (Akyol 0/6). Proprio i migliori solo 48 ore fa hanno deluso: Akyol e soprattutto Szewczyk. Il polacco ha perso nettamente i duelli con Fajardo e l’mvp Sanikidze. Il georgiano ha chiuso con un plus-minus di 21 che rende giustizia di una prestazione di grande temperamento e prontezza. Siena scoglio insuperabile in finale? E’ un problema che purtroppo non si “Ko…pone…n” per l’Air. Se il finlandese, comunque positivo, ha lasciato il palcoscenico ad altri protagonisti (Collins in serata di grazia al tiro), Avellino ha dimostrato di non poter fare a meno di Brown. I numeri dicono che con il play americano in campo l’Air ne ha fatti tre in più della Virtus, con Porta 28 in meno. E’ la fotografia di una coperta corta che coach Lardo ha dimostrato di conoscere bene ripetendo quasi il punteggio del girone d’andata a Casalecchio.
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LA GARA – Collins, subito “on fire” in uscita dai blocchi con due triple consecutive (6-0 al 2’) costringe Pancotto al minuto di sospensione. Come contro Milano, l’Air non accusa l’avvio fulminante degli avversari e ritrova, dopo il time-out, la giusta compattezza difensiva. Bologna resta all’asciutto per 5’ (6-6 al 7’), ma Avellino non capitalizza anche perché non arriva il necessario apporto dei lunghi in attacco. Con Brown in panca, i biancoverdi sono in affanno contro la verve di Koponen che ispira un parzialone di 14-3 a cavallo dei primi due quarti. Avellino paga l’1/9 dalla lunga distanza e la scelta di Lardo di tenere in campo contemporaneamente Vukcevic e Moss con Koponen da play. Fajardo e Sanikidze imperversano e la Canadian doppia l’Air (27-13 al 15’). Il ritorno sul parquet di Brown non frena la deriva bolognese. Collins fa 4/4 da tre (5/7 alla fine), Sanikidze si esalta con una stoppata su Brown e Prato firma il massimo vantaggio (38-24 al 19’). L’ex Galatasaray tiene viva la Scandone confezionando un alley-hoop prontamente trasformato da Nelson. Avellino prova a rientrare in avvio di ripresa con il suo trio americano. L’ingresso di Lauwers è provvidenziale. Il belga dà un contributo oscuro ai quattro compagni che riducono il gap minuto dopo minuto sino al -3 (52-49 al 29’). Bologna è ad un passo ma, quando la rimonta sembra completata, Maggioli e Collins annullano tutte le fatiche dei padroni di casa con due triple pesantissime in chiusura di terza frazione (58-49 al 30’). Gli ultimi dieci minuti hanno poco da dire. Vukcevic e Moss dall’arco e l’onnipresente Sanikidze mettono la parola fine alla terza avventura della Scandone in Coppa Italia. (di M. Roca)
CANADIAN BOLOGNA – AIR AVELLINO: 73-61
Canadian Bologna: Koponen 5, Moraschini, Collins 17, Fajardo 9, Sanikidze 9, Maggioli 9, Moss 9, Negri, Prato 8, Fontecchio, Vukcevic 5, Hurd 2. Coach Lardo
Air Avellino: Troutman 14, Dylewicz 3, Casoli n.e., Lauwers 3, Brown 24, Cortese n.e., Iannicelli, Napodano, Porta, Nelson 11, Szewczyk 2, Akyol 4. Coach: Pancotto
Parziali: (13-8); (42-29); (58-49)
Arbitri: Cerebuch-Lamonica-Sahin