AVELLINO- “Nelle prossime settimane ne vedremo delle belle, le assicuro che quello che ho detto non è ancora nulla rispetto a quello che uscirà e qualcuno passerà qualche giorno un po triste e sconsolato”. Ma sembra una minaccia, che vuol dire? gli chiede il giornalista di Telenostra e conduttore di 10minuti+10 Norberto Vitale, invocando una spiegazione al suo interlocutore. E arriva il secondo passaggio: “No, perche’ verranno fuori dei fatti. Usciranno dei fatti gravi. Aggiungo una cosa che mi fa sorridere: quando l’ Anm dice che i giudizi si fanno in Tribunale, rispondo: magari. Il giudizio l’ ho subito in piazza, ho subito una condanna e ho anche scontato una condanna, perché per sei mesi ho visto l’accusa parlare e non il terzo giuduce ma l’accusa parlare. Avevo il divieto di poter parlare e per sei mesi ho subito solo accuse, senza poter difendermi”. Giusto qualche giorno di pausa e l’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa, principale indagato dell’inchiesta Dolce Vita, torna a parlare in TV anche dell’inchiesta giudiziaria che nell’aprile 2024 ha portato al suo arresto, annullato a settembre dai magistrati della VI Sezione Penale della Corte di Cassazione. I fatti gravi a cui si riferisce Festa per ora non sono noti. Ben note invece restano le accuse da parte della Procura della Repubblica di Avellino nei suoi confronti, quelle contenute nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari firmato dal Procuratore della Repubblica Domenico Airoma, dal Procuratore Aggiunto Francesco Raffaele e dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro. Accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla rivelazione del segreto d’ufficio, alla corruzione per l’esercizio delle funzioni, al peculato. Qualcosa di grave nelle prossime settimane succederà sicuramente e probabilmente riguardera’ il processo per l’inchiesta Dolce Vita. Molto probabile che nei prossimi giorni emergeranno altri particolari dell’inchiesta e della mole di atti che compongono la discovery, ormai a disposizione di tutte le parti del processo, dove ci sono anche le ultime attività dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e dell’aliquota di Pg delle Fiamme Gialle presso la Procura di Avellino. Nell’intervista l’ex sindaco Festa fa anche una sorta di separazione ante litteram delle carriere. Anzi, decide pure chi sono i giudici “buoni” e quelli “cattivi”. Dei primi non ci sono nomi, i secondi sono sempre gli stessi, ovvero quelli che hanno indagato su di lui. L’ex sindaco da’ le pagelle ai magistrati di Piazzale De Marsico: “Ho grande stima della magistratura. Abbiamo in citta’ una grande fortuna. La presenza di giudici con gli attributi, di grande competenza, nella giudicante. Abbiamo una giudicante eccezionale. In Procura abbiamo alcuni pm il cui lavoro è inconfutabile e non criticabile, non vale per tutti. Ho subito due anni di indagini, perché prima dell’ inchiesta c’è il pedinamento, come se fossi un delinquente comune. Dopo di che si parte con 37 utenze telefoniche intercettate. Tutti i miei amici, i compagni di lavoro, gli amici politici, gli affetti. Tutti. Neanche il capoclan della cosca più importante. Non finisce qua. Dodici telecamere attivate. Qualcuno mi dice due milioni di euro spesi per questa indagine, neanche la camorra e la mafia, per cui aspettiamo com una speranza: se ce qualcuno che ha sbagliato, a quellll che ha sbagliato spetta la pena giusta”. Norberto Vitale lo corregge: la sanzione, non la pena. E Festa rettifica: la sanzione giusta.
A Vitale che gli chiede cosa abbia consegnato il lungo periodo di detenzione domiciliare Festa risponde: “I sei mesi (in realtà cinque, ma cambia poco ndr) agli arresti domiciliari mi hanno consegnato un grande amore degli avellinesi. Ognuno di noi svolge il suo mestiere, la sua attività e pensa di poter essere apprezzato o meno, voluto bene o meno da parte della gente. Poi però c’è la prova del nove. Che ti consegna una realtà uguale o diversa a quella che tu hai immaginato. Posso dire, questa è la mia più grande soddisfazione di vita, lasciamo stare la politica, l’amministrazione, il sindaco o no. Quando la città, rispetto alle porcherie che qualcuno ha fatto circolare sul mio conto, rispetto alle accuse false, infamanti che qualcuno ha fatto circolare. Quando la città crede in te e a te, vuol dire che tu nella vita hai seminato bene. Poi puoi essere simpatico, antipatico. Quello che le posso dire è che di questa esperienza mi porto dietro il grande amore e il grande affetto degli avellinesi. Anche la voglia di Giustizia. Non le nascondo che dopo quello che mi è capitato c’e’ non una voglia di rivincita o rivalsa ma di giustizia. E’ un’altra cosa”. L’altro passaggio è sempre dedicato alla Cassazione e ai tre magistrati nel mirino dell’ex sindaco, ovvero il Procuratore Domenico Airoma, il sostituto procuratore Vincenzo Toscano e il Gip Giulio Argenio, che l’ex sindaco apostrofa come “Giulietto”: “Evito di rendere irrequieto il mio avvocato Petrillo, se no gli faccio passare un brutto pomeriggio e una brutta serata. Voglio ricordare alcune verità: la Cassazione, il giudice dei giudici, ha detto ad Airoma, a Toscano a Giulietto Argenio: i vostri provvedimenti erano illegittimi. Entrambi, la Cassazione. Ha detto a Toscano, ricordiamo che è il pm che fece condannare a 12 anni Mimmo Lucano, sindaco di Riace. In Appello assolto perche il fatto non sussiste. Chi lo sa, un pm .io non faccio commenti, parlo di un fatto. Airoma, Toscano e Argenio sono stati protagonisti di due ordinanze illegittime sia nella forma che nel contenuto. Mi spiego meglio. Hanno privato la citta’ del candidato sindaco che è stato eletto, vogliamo dire che hanno creato un problema con Rds con Eurochocolate. Domani, rispetto ad un grande evento avremo difficoltà ad invitare un grande player che dirà: se devo passare un guaio per portare del bene ad Avellino, ci penso”. Anche qui giova ricordare che Festa si era già dimesso da sindaco, che paradossalmente il migliore riscontro alle ragioni per cui il Gip Giulio (e non “Giulietto”) aveva motivato le esigenze cautelari le sta fornendo proprio lui con il comportamento messo in atto dal 18 settembre ad oggi. Festa, evidentemente informato male, non sa neppure che l’ istruttoria dibattimentale del processo a Mimmo Lucano non è stata condotta come lui afferma dal pm Vincenzo Toscano, bensì come avrebbe potuto agevolmente verificare (la requisitoria e’ anche pubblicata online) dai pm Michele Permunian e Marzia Currao. Toscano nel 2021 era già in servizio ad Avellino. Saranno dettagli, ma indicano anche quanto si improvvisi in certe affermazioni. L’ ex sindaco ha parlato nella prima parte anche di politica, ridimensionando il ruolo del Patto Civico al ballottaggio. Ha così motivato l’atteggiamento dei suoi due gruppi nei confronti degli “alleati” al secondo turno: “Se valuta i dati della mia vittoria al ballottaggio e di quelli della Nargi sono simili, facendo un passo indietro. Io vinsi con 750 voti di scarto con Cipriano, la Nargi con circa 900 voti di scarso. Grosso modo, se ci pensa, il blocco civico che io guidavo e che ha guidato la Nargi ottengono lo stesso risultato contro l’oppositore. Poiché una parte di città ha creduto in questo progetto e questa visione. Perché non c’è bisogno di altri, perché se non fosse stato per quei 86 eroi che hanno sostenuto Laura Nargi al primo turno, ci hanno messo la faccia, hanno preso le sberle, hanno preso le offese, hanno preso le accuse ingiuste, della parte dei denigratori. Se non ci fossero stati quegli eroi, oggi non staremmo qui a parlare di Laura Nargi sindaco e di Gianluca Festa sindaco uscente, che in qualche modo ha ancora un ruolo esterno da tifoso o quello che e. Ma staremmo a parlare di un progetto che è morto. Di una esperienza che non sarebbe continuato e di una citta che non avrebbe vissuto un’ ulteriore spinta. Quegli eroi andavano, vanno e andranno ringraziati, perché la gratitudine e la meritocrazia fanno parte del nostro mondo, forse non di quello di altri. Così come il Patto Civico che legittimamente ha fatto un’ altra scelta. Si e’ candidato contro Laura Nargi, contro quelle idea di citta’, contro quel progetto. Poco conta se al secondo turno qualcuno ha fatto votare. Le dico una cosa, al secondo turno il candidato sindaco e’ un uomo solo, non esistono alleati, liste. E’ come nel basket, uno contro uno, uno che vince e uno che perde”.