La nota di Roberto Montefusco, Coordinatore Provinciale Sinistra Italiana Avellino:
Il voto contrario del Consiglio Comunale di Avellino al rendiconto di gestione 2024 certifica ciò che da mesi era evidente a chiunque avesse occhi per vedere.
La maggioranza che ha consentito a Laura Nargi di diventare sindaca di Avellino non esiste più. Cancellata da personalismi e scontri di potere tutti interni a quel blocco elettorale.
Uno scontro che andava “in onda” mentre Il Consiglio Comunale discuteva di un rendiconto con circa 24 milioni di disavanzo, figlio essenzialmente di un lungo e drammatico ciclo politico e amministrativo
Quello della “Enjoy city”, di una Avellino da bere concorrenziale con “Barcellona e Copenaghen”, della città di quei grandi eventi accompagnati dalle opacità e dalle ombre inquietanti su cui ancora la magistratura dovrà esprimersi. Di una sbornia collettiva consumata mentre l’amministrazione della città esternalizzava e privatizzava servizi essenziali come quello della gestione del rifiuti, mentre il Commissario Prefettizio D’Attilio, che ha accompagnato Avellino al voto dello scorso anno, non certo il capo dell’opposizione, dichiarava a propopsito di quella esperienza:”si agiva fuori dalle regole e senza trasparenza”.
Gianluca Festa e Laura Nargi sono stati gli artefici di quella stagione politica. L’hanno teorizzata, rappresentata, incarnata. Senza alcuna possibilità di separare responsabilità politiche, amministrative, finanche storiche.
E al di là dei toni e delle modalità dell’epilogo, al di là della imbarazzante inadeguatezza di tanti protagonisti e comparse del triste spettacolo a cui la città sta assistendo, questa è la verità di fondo che anche in questi giorni va raccontata.
Una verità rispetto alla quale in tanti dovrebbero chiedere scusa alla città, compreso tutti coloro, e penso anche a settori della destra avellinese, che con cinismo e spregidicatezza, hanno sostenuto al ballottaggio il blocco Nargi-Festa in un contesto di pesante inquinamento della vicenda politica-elettorale della città.
Si preannunciano giorni complessi, nei quali l’opposizione dovrà tenere barra dritta rispetto all’ unico esito praticabile e percorribile per Avellino, tanto più dopo il voto del Consiglio Comunale: il commissariamento e il voto anticipato.
Di fronte alla macerie di questi anni occorrerà una lunga bonifica, una lunga opera di ricostruzione di un legame tra la città e le proprie Istituzioni, dopo l’ enorme violenza a cui sono state sottoposte da chi le avrebbe dovuto difendere e rappresentare.