Festa, De Pietro, Petitto:”Noi denaturare? De Blasio fa autocritica”

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La prima forza di minoranza del Partito Democratico guidata da Walter De Pietro, Gianluca Festa e Livio Petitto risponde alle accuse di Carmine De Blasio. Il neo-segretario al suo esordio a via Tagliamento, ha infatti parlato di tentativi di denaturalizzare il partito, dovuti principalmente al numero massiccio di tesserati dell’ultima ora. La critica è palesemente rivolta al candidato di Bonito che nella sede provinciale del Pd, quella dei nuovi iscritti, ha ottenuto 558 preferenze su 679 votanti. Il capo d’accusa è immediatamente rinviato al mittente.

“Invito chi oggi riveste un ruolo guida all’interno del partito – dice Petitto – a non usare termini come denaturazione, perché non sa cosa vuol dire metterci la faccia. Chi parla non è mai stato un amministratore e soprattutto ha impedito lo svolgimento delle primarie al comune di Avellino”.

“Forse De Blasio quando parla di tentativi di alterazione vuole fare autocritica in merito ai suoi tesserati, cittadini residenti a Monteforte, Aiello, Mercogliano, o addirittura a Napoli che hanno chiesto di tesserarsi ad Avellino in quanto impossibilitati a farlo nei loro circoli – incalza Gianluca Festa – Ai nostri amici invece è stato chiesto il Dna, la pagella delle superiori e persino di declamare il 5 maggio, forse per ricordare a De Blasio la disfatta di Waterloo? Oppure immagino che quando qualcuno parla di denaturazione faccia riferimento ai suoi duemila iscritti in città, di cui 500 non hanno votato”.

“Altro che denaturazione del partito, il partito non c’è, che vogliamo denaturare”, aggiunge De Pietro. Quest’ultimo, spiega che il consenso ottenuto a Bonito, circa 300 voti è giustificato dalla volontà di cambiare un partito che fino ad oggi è stato guidato da un gruppo dirigente impotente di fronte alle decisioni prese da deputati e onorevoli di turno. “Il partito che vogliamo dà le linee e non le riceve. Dico a De Blasio che è anche il nostro segretario che se il Pd continuerà ad essere il partito degli onorevoli faremo opposizione, se capisce che tutti hanno una funzione siamo aperti al dialogo”.

La grande affermazione ottenuta da De Pietro è stata la riprova che il modo di fare politica negli ultimi anni è cambiato, alle ideologie si preferiscono le persone che si spendono sul territorio, che ne fanno parte e che cercano di intercettare i problemi della gente. “Il congresso non si fa in 15 giorni – spiega Festa – Ci hanno accusato di tutto, di aver imposto il voto attraverso false promesse e non si sono invece domandati che se un numero così massiccio di persone si è mobilitato è perché crede in coloro che erano candidati in quelle liste. Il voto di domenica che ci ha consegnato la vittoria morale è la testimonianza di un grande radicamento sul territorio in cui abbiamo organizzato una rete di contatti che aveva già una base consolidata”.
E’ finito, quindi il tempo delle manipolazioni da parte di “sputafuoco e nuovi santi” (come direbbe Faber ndr) che predicano valori, i quali perdono il loro fugace significato il giorno dopo in nome di una nuova bandiera?
di Rosa Iandiorio

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