Federalismo fiscale – Aumenti addizionali regionali Irpef fino 80%

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Avellino – In arrivo nuove stangate per l’Irpef regionale con il nuovo decreto sul federalismo fiscale. A porre l’attenzione sul problema che riguarderà soprattutto le regioni con il deficit sanitario, tra cui la Campania, è la Uil, che mette in guardia la politica, invitandola ad una seria riflessione. L’ipotesi contemplata nello schema di decreto per il federalismo fiscale regionale, approvato dal Governo, che modifica le attuali Addizionali Regionali Irpef, potrebbe comportare a regime (nel 2015), probabili e possibili aumenti dell’Addizionale Regionale Irpef di 226 euro medi annui per ogni contribuente (più 82,8%), passando per gli attuali 273 euro medi pro capite ai 499 euro nel 2015. In particolare per quanto riguarda i lavoratori dipendenti e pensionati l’aumento è mediamente di 218 euro, passando dagli attuali 280 euro ai 498 euro. E’ quanto emerge, analizzando il gettito attuale dell’Irpef regionale da una simulazione dalla UIL nel caso in cui tutte le Regioni si avvalessero della facoltà, prevista dalla bozza di Decreto, di aumentare l’aliquota fino al 3% (per i lavoratori e pensionati l’aliquota all’1,4% per i redditi fino ai 28 mila euro), gradualmente fino al 2015.

“Al momento – ha spiegato in merito al problema il segretario generale della Uil di Avellino Franco De Feo -, a fianco delle Regioni, alle prese con l’extradeficit sanitario e per le quali è obbligatoria l’aliquota massima dell’addizionale, ve ne sono altre 6 che si sono avvalse, anche se non costrette, della facoltà di deliberare la maggiorazione dell’aliquota. Nel nostro Paese i contribuenti soggetti al versamento dell’Addizionale IPERF sono oltre 30,9 milioni,, di cui oltre 28,3 milioni (il 91,5%), sono lavoratori dipendenti e pensionati e l’8,5% (2,6 Milioni ), hanno un reddito da lavoro autonomo. Il 33% dei contribuenti percepisce un reddito fino ai 15 mila euro di cui l’86,1% sono lavoratori dipendenti e pensionati ed il 13,9% lavoratori autonomi; il 44,6% dichiara un reddito compreso tra i 15 mila ed i 28 mila euro (il 95,3% lavoratori dipendenti e pensionati e 4,7% lavoratori autonomi); il 22,4% dichiara redditi al di sopra dei 28 mila euro (il 92,1% lavoratori dipendenti e pensionati ed il 7,9% lavoratori autonomi). Il 77,4% dei lavoratori dipendenti e pensionati percepisce un reddito fino ai 28 mila euro, a fronte del 78% dei lavoratori autonomi”. “Questi dati – ha concluso De Feo – devono indurre la politica tutta ad una profonda riflessione sull’attuazione del federalismo fiscale, che per la UIL è un processo necessario ed ineludibile a patto, però, che si parta dalla razionalizzazione della spesa pubblica improduttiva e si combattano gli sprechi, e, non, al contrario, partendo dalla previsione di un aumento del peso del fisco locale. Anche perché le addizionali Regionali IRPEF sono soltanto la “punta dell’Iceberg” del nuovo fisco federale, dal momento che le Regioni possono introdurre anche nuovi tributi e le Province possono aumentare a loro volta le imposte ed i tributi di loro competenza. Un sistema che così com’è finirebbe per penalizzare ancora una volta il Mezzogiorno”.

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