Livorno – “Fare l’amore mette in pericolo…”. Le parole di una vecchia canzone di Mietta e il fatto di cronaca successo ieri alle Sorgenti vanno a braccetto sul “lungomai” della vita condominiale. Un rapporto sessuale interrotto dal “din don” del campanello suonato dalla vicina, che non sopporta le grida dell’intimità della giovane coppia. Ne nasce una lite con minacce reciproche, e per placare gli animi deve intervenire la polizia. Pericolo scampato… ma solo grazie all’arrivo delle forze dell’ordine.
È la mattina di sabato, la maggior parte delle persone non lavora, il tempo non è buono e c’è chi decide di rimanere a casa. Tra chi opta per quest’ultima scelta c’è una coppia che abita al secondo piano di un condominio delle Sorgenti. I due si abbandonano a un rapporto sessuale che però, strada facendo, diventa troppo rumoroso, grida ritenute eccessive a tal punto da provocare fastidio ai vicini di casa.
A ribellarsi, in particolare, la vicina dell’appartamento sottostante che, dopo aver “sopportato” per qualche minuto il rumore, decide di entrare in azione, andando addirittura a bussare a casa della coppia in questione per invitarla a “fare più piano”. Una decisione che non viene gradita dai focosi protagonisti della vicenda. Nasce quindi una discussione che presto degenera in offese e anche minacce. Un faccia a faccia a tre che termina davanti ai poliziotti delle volanti: sono loro a riportare la calma nel palazzo delle Sorgenti, invitando tutti a calmarsi e, eventualmente, a presentare reciprocamente querela.
Quello dei rumori molesti o presunti tali legati all’amore è un classico delle liti condominiali livornesi. Lo scorso anno, di questi tempi, una lite si furibonda si era scatenata in Borgo Cappuccini. In quel caso, i vicini si erano “limitati” a chiamare il 113, ed erano stati gli stessi agenti a bussare alla porta della coppia e a invitarla a limitare i rumori. Ma il campionario delle segnalazioni alla polizia è ampio: tra i vicini infastiditi i metodi per attirare l’attenzione degli amanti appassionati sono i più vari: c’è chi bussa alle pareti, chi percuote dal piano sottostante il soffitto con scope e altri arnesi e chi suona i campanelli nella speranza di mettere fine alle grida, per poi sparire nella tromba delle scale. Manifestazioni di disagio, anche se a volte, soprattutto nei condomini, un pizzico di tolleranza in più non guasterebbe. gelocal.it
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