Marco Grasso – Ex Ipercoop, sindacato e lavoratori confermano la linea dura. Il piano esuberi di Az Market è stato nuovamente bocciato dall’assemblea dei lavoratori che chiede la conferma degli attuali livelli occupazionali. Al confronto erano presenti anche i segretari nazionali di Uil e Cgil, oltre alle organizzazioni locali confederali e l’Ugl.
“Sappiamo benissimo – precisa il segretario irpino e regionale della Uil Tucs Mario Dello Russo – che ci sono altre manifestazioni d’interesse che non sono state prese in considerazione da Coop perchè presuppongono il cambio del marchio. Ci sono imprenditori disposti anche a mantenere gli attuali livelli occupazionali, e di questo l’azienda non può non tenere conto. Non possono essere sempre e solo i lavoratori a pagare”.
“Noi crediamo – incalza Del Russo – che ci siano le condizioni per confermare tutti e 134 i lavoratori. In caso contrario siamo disposti a valutare solo un piano di uscita volontaria e incentivata. Fino ad oggi l’azienda ha messo sul piatto 28mila euro lordi per ciascun lavoratore, un punto di partenza inaccettabile. Così come diventa fondamentale anche rivedere in aumento il montante ore previsto dalla controparte”.
Secondo il piano esuberi del gruppo calabrese sarebbero una cinquantina i lavoratori da ricollocare attraverso l’incentivo all’esodo, il trasferimento nei punti vendita dei due gruppi (in Emilia Romagna e in Calabria) o la sfida dell’autoimprenditorialità, prendendo cioè in gestione (in comodato gratuito con contributo di 10mila euro) il settore forno e pasticceria della ipermercato di via Pescatori.
Il confronto riprenderà il 19 settembre al Mise. I lavoratori hanno dato pieno mandato al sindacato per gestire la difficile trattativa. “Se l’azienda non recepirà le nostre istanze andremo avanti ad oltranza nella protesta”, conclude Dello Russo. I lavoratori sono in sciopero da oltre quattro mesi, e non sono intenzionati ad arrendersi proprio adesso che la vertenza è entrata nella fase cruciale
Nel corso dell’ultimo vertice ministeriale, il gruppo calabrese ha dichiarato di voler applicare il contratto nazionale del terziario sottoscritto da Filcams, Fisascat e Uiltucs e Confcommercio, e ha ribadito la neessità di dismettere alcune attività di lavorazione, produzione e ristorazione (carne, pane, bar, ristorazione).
Secondo Az, inoltre, il numero delle ore lavoro dovrà essere tarato sui fatturati attesi (16 milioni nel 2019 e 18,3 nel 2021) in ragione delle nuove politiche commerciali da mettere in campo.
Difficile che l’azienda possa cambiare rotta su questi punti. Sembra invece più aperta la partita sugli incentivi. L’impressione è che se Coop Alleanza 3.0 decidesse di mettere sul piatto più soldi più di un lavoratore potrebbe decidere di recedere dal contratto e andare via. Sono invece pochissimi, nell’ordine di 5-6 unità, i dipendenti in possiesso dei requisiti minimi per andare in pensione.