Ex Eudem guardano alla città: “Cipriano? Solo se fa un passo indietro”. E attaccano Santaniello: “Facile criticare con gli incarichi”

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Marco Imbimbo – «Ci siamo stancati di come viene gestito il partito, sia a livello nazionale che locale». Giovanni Bove, Maria Rusolo e Gaetano Alvino sintetizzano così le motivazioni che li hanno spinti ad abbandonare il PD. Un partito che «ha perso i suoi valori», sottolineano nel corso di una conferenza stampa in cui annunciano la nascita di “Avellino città ideale”.

Non manca una replica a Roberta Santaniello che li ha accusati di non aver mai creduto nel progetto. «E’ facile abbracciare un progetto quando si prendono incarichi in Regione», tuonano i tre rispendendo le accuse al mittente.

«A livello nazionale il Pd viene gestito come se fosse una cosa loro, senza pensare agli iscritti. A livello locale si pensa solo al congresso, ma su una platea di iscritti fasulla», denuncia Bove che non nasconde i suoi timori per le prossime amministrative: «Si rischia un’accozzaglia di tutti quei candidati che hanno danneggiato la città».

La decisione di abbandonare il Partito Democratico è la naturale conseguenza di quanto hanno subito negli ultimi anni. «C’è stato un progressivo rifiuti verso di noi – denuncia Bove. Le nostre iniziative sulla città sono state puntualmente boicottate. Ci hanno fatto quasi passare per delinquenti. Addirittura non siamo stati convocati per l’ultimo congresso di circolo». Se la Santaniello li ha accusati di non aver mai creduto nel progetto, c’è chi invece critica la loro decisione sostenendo che le cose si possano cambiare solo dall’interno. «Difficile fare battaglie da dentro – spiega Bove – soprattutto di fronte ad elenchi fasulli di tesserati. Se avessi 10 mila euro a disposizione, li investirei nel mutuo della casa e non sulle tessere».

Insomma, difficile rimanere dentro un partito che continua a preferire «le clientele al merito. Come possiamo rimanere in un partito che ha perso la sua questione morale e non si occupa, ad esempio, di un Alto Calore che non versa i contributi ai dipendenti?», domanda Bove sottolineando anche di non aver alcun rimpianto, ma di volersi concentrare sul futuro della città. «Il Pd non presenterà nomi nuovi, noi vogliamo dare un’alternativa ai cittadini».

Questa potrebbe vedere la presenza di Luca Cipriano, anche lui fuoriuscito dal Pd, ma serve un atto di coraggio da parte sua. «D’accordo a dialogare – spiega Bove – ma non deve candidarsi. E’ ancora espressione di quel sistema. Lui è l’uomo dei lucchetti davanti alla Dogana ed è stato messo da Foti alla guida del teatro».

Per Gaetano Alvino, i suoi 4 anni di militanza nel partito sono stati «di sofferenza. Non ho mai potuto guardare avanti, perché dovevo fare attenzione a chi ti poteva pugnalare alle spalle. C’è una faida continua. Nel Pd si gioca al massacro e ogni militante viene visto come un concorrente da eliminare». Il suo impegno in questi anni è stato a titolo gratuito, spiega a distanza alla Santaniello: «Mi sono iscritto senza pretendere alcuna controparte». Se il progetto Pd viene considerato morto, perché ucciso dalle faide interne, il loro impegno politico non cesserà: «Lo faremo fuori dai partiti», spiega Alvino.

«Sono di sinistra, ma dal 2012 in poi è stato sempre più difficile stare nel Pd», spiega Maria Rusolo ricordando la legge Fornero e il Jobs Act. Ma sul piano locale, il Pd «è peggio di quello nazionale. Parlavo di questione morale e venivo tacciata di giustizialismo alla Mani pulite. Intanto non ho sentito nessuno prendere posizione sul caso Aias o sui problemi dei lavorati dell’Alto Calore e della piscina comunale. Il Pd pensa solo al congresso».

Anche Rusolo replica alle accuse di Santaniello: «Come ex presidente del partito è una delle maggiori responsabili del disastro Pd. Il nostro addio sta facendo rumore, di lei non si ha traccia».

Superato il Pd e ufficializzato l’addio, gli ex Eudem guardano al futuro, soprattutto di Avellino. «Viviamo la città e conosciamo di suoi problemi. Dopo Pasqua presenteremo “Avellino città ideale”, che muove i passi dal progetto “luoghi ideali” di Fabrizio Barca. Chi vuole amministrare deve offrire sogni e speranze», conclude Rusolo.