Estorsione per un terreno, annullata dalla Cassazione la condanna per Pacia e altri quattro imputati

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Festa

VALLO LAURO- I magistrati della Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno annullato senza rinvio tutte le condanne (già riqualificate e ridotte in secondo grado) relative alla presunta estorsione per un terreno in località montana del Comune di Quindici per cui un imprenditore avrebbe ricevuto una convocazione presso Giuseppe Pacia, condannato nel 2011 per la partecipazione al clan Cava, che in quella occasione lo aveva anche colpito con uno schiaffo e per questo motivo era stata ritenuta una vicenda da ascriversi con una modalita’ mafiosa. Per la vicenda, ricostruita da un’indagine della Dda di Napoli e dei Carabinieri della Compagnia di Baiano, cerano state anche delle misure cautelari. Le accuse originariamente contestate si erano però già ridimensionate in secondo grado, quando la condanna inflitta in primo grado (dai magistrati del Tribunale di Nola) a Giuseppe Pacia, principale imputato difeso dall’avvocato Gennaro Santurelli, era passata da cinque anni e dieci mesi ad un anno e sei mesi (con scarcerazione immediata, visto che lo stesso era detenuto da circa due anni e sei mesi). I magistrati della Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli avevano infatti accolto la tesi delle difese (gli altri imputati erano rappresentati oltre che dallo stesso Gennaro Santorelli anche dagli avvocati Generoso Pagliarulo e Raffaele Bizzarro) per cui non si trattava di un’estorsione, visto che il terreno in questione era stato sempre coltivato dai familiari di Pacia. Per cui alla luce delle attività emerse era più che altro un esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Era stata confermata (vista la condanna per associazione a delinquere) l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Un anno con pena sospesa invece agli altri imputati in concorso. Si tratta di altri quattro soggetti accusati di aver concorso nella vicenda riqualificata come esercizio arbitrario delle proprie ragioni. In Cassazione sono state completamente annullate anche le condanne inflitte in Appello. Il motivo principale che è stato proposto dalle difese ai magistrati della Suprema Corte era relativo infatti ad un difetto di querela nella vicenda. Visto che essendo il fatto stato riqualificato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni era necessaria la querela, che però era arrivata con ritardo rispetto ai tempi definiti per l’ipotesi di reato in questione. Verosimilmente dunque, in attesa delle motivazioni ufficiali, la sentenza è stata annullata senza rinvio per difetto di querela.