Avellino – Pretendevano somme di denaro da un noto imprenditore, impegnato nella realizzazione di un complesso residenziale nel Vallo di Lauro, ma nella notte sono stati bloccati ed arrestati dai carabinieri della compagnia di Baiano e del nucleo operativo provinciale, che contestano loro l’estorsione e l’associazione mafiosa. In particolare, dovranno rispondere dei reati previsti dagli articoli 628 e 629 del codice penale, con le aggravanti previste dagli articoli 81 e 110 e dall’articolo 7 della legge 203/1991. Gli arrestati sono cinque, tre dei quali risultano legati da parentela con Felice Graziano, finito in carcere nel mese di febbraio 2007 ed attualmente sottoposto al regime del 41/bis. Stando alle indagini l’imprenditore era finito sotto il tiro delle due anime del clan, che gli chiedevano continuamente ed autonomamente denaro per evitare “problemi” durante lo svolgimento della sua attività edile. L’imprenditore sta costruendo 44 appartamenti per un valore di almeno quattro milioni di euro. Avrebbe versato oltre centomila euro. Sembra che, dopo aver versato una somma di denaro ai due arrestati, presentatesi come appartenenti al clan Graziano, l’imprenditore fosse stato accompagnato direttamente da Felice per sborsare ancora altro denaro. Si indaga per capire se la vicenda sia legata all’attentato commesso da ignoti lo scorso 21 gennaio 2007 contro la Mercedes di uno degli arrestati, cognato del boss. Nel corso della conferenza stampa, organizzata questa mattina presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, i vertici militari ed i magistrati presenti hanno evidenziato che gli imprenditori devono avere fiducia nello Stato, perché è sempre presente quando decidono di uscire dall’omertà per denunziare le condotte estorsive. In campo oltre cento uomini, che hanno condotto l’operazione in contemporanea nei comuni di Quindici, Roccapiemonte e Mercato San Severino. Il blitz è iniziato intorno alle 23.00, i militi hanno atteso che terminasse la partita di coppa Milan – Manchester per entrare in azione. Nel corso della conferenza stampa, il maggiore Massimo Merone ha spiegato che l’operazione non è stata facile, perché la villa di Fiore Graziano era protetta da mura di cinta, porte blindate e videocamere, ma gli sbarramenti non hanno impedito ai carabinieri di bloccarlo, nonostante avesse tentato la via della fuga. Nell’abitazione posta a pochi metri dalla villa, è stato bloccato Salvatore Graziano: entrambi sono cugini di Felice Graziano, mentre Biagio Fusco, altro arrestato, è cognato di Felice. A Mercato San Severino è stato bloccato Pasquale Della Monaca e a Roccapiemote Gaetano Torino. Dopo aver effettuato gli arresti, i carabinieri hanno continuato l’operazione con fermi e perquisizioni in tutto il Vallo di Lauro. La dottoressa Maria Antonietta Troncone, che ha coordinato le indagini per conto della Direzione Distrettuale Antimafia, ha evidenziato che le indagini sono state avviate grazie alla iniziativa dell’imprenditore, che ha deciso di uscire dall’omertà e di collaborare con le forze dell’ordine per combattere, tutti insieme, le attività criminose legate alle estorsioni. “Quando i cittadini manifestano il senso di ribellione noi interveniamo sempre – ha affermato Troncone – quando c’è il sodalizio camorristico”. Il dottore D’Addeo in rappresentanza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino ha espresso pieno sostegno alla Dda ed ha confermato l’impegno per continuare a fronteggiare una piaga che mette in ginocchio il mondo imprenditoriale. Ha spiegato che l’obiettivo è anche il raggiungimento delle garanzie per un mercato sano. Il colonnello Gianmarco Sottili ha espresso soddisfazione per l’operazione, che ha dimostrato come lo Stato sia attento nei confronti della criminalità e come esso debba rappresentare la garanzia per chi è vittima della criminalità.
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