Grottaminarda è sotto choc per l’incidente, verificatosi sull’A16 Napoli Canosa nei pressi del casello di Baiano. Giovanni Villani, sindacalista della Cgil in Valle Ufita, frequentava il cantiere, dove lavoravano gli operai coinvolti nel tragico sinistro. Il sindacalista, pertanto, non manca di raccontarci la giornata della manodopera partenopea.
Da quale cantiere rientravano le persone scomparse?
«I poveri lavoratori trascorrevano la loro giornata nel cantiere della Variante dell’Anas, quella strada che collegherà il Passo di Mirabella ad Ariano Irpino. Queste persone erano impegnate per realizzare il tratto di Grottaminarda, nei pressi della storica Fontana del Re. I lavori per la realizzazione dell’asse, che andrà a snellire il traffico quando sarà inaugurata la Lioni-Grottaminarda, costa circa settanta milioni di euro ed è stato affidato ad una cooperativa di Ferrara che collabora con un’impresa di Scampitella ed altre ditte in subappalto. Tali società hanno assunto soprattutto lavoratori provenienti dall’hinterland napoletano e dalla Puglia».
Quante persone lavorano per realizzare quest’opera?
«Sono una quarantina, ma pochissimi sono irpini. Si continua a preferire manodopera proveniente da fuori provincia. Queste persone, che giungono in Valle Ufita alle sette del mattino e ritornano alla propria abitazione dopo che il sole è tramontato, non hanno alcun rapporto con la comunità. E’ impossibile riconoscerli in un bar a prendersi un caffè o scambiare quattro chiacchiere nella piazza principale del paese. Essi staccano, senza salutare nessuno e con la sola voglia di rivedere i propri cari, nonostante sono parte integrante di quel processo chiamato sviluppo».
Quanto tempo trascorrono nel cantiere?
«Non meno di otto ore. La sveglia è alla cinque del mattino, ci si mette in macchina, di solito in comitiva e ci si giunge in Irpinia quando il sole brilla. Il cantiere chiude intorno alle 16,00. Da quel momento, ci si rimette in macchina e si ritorna a casa, talvolta percorrendo anche oltre cento chilometri. Ecco perché temo un super affaticamento per chi, senza badare a sonno e stanchezza, è costretto a rimettersi sul volante ed affrontare un viaggio, a volte impresa e non semplice routine».
Quanto costa una giornata così dura?
«Se si rispettano i contratti, la paga dovrebbe superare i mille euro. Il problema, però, è che non tutti sono onesti. Non conosco la situazione dei lavoratori della Variante, anche se le devo essere sincero, quando sono stato sui cantieri non ho ricevuto alcuna lamentela. Una cosa, però, le posso confermare, in quelle poche assemblee che abbiamo avuto, ho notato persone stanche, che pur di lavorare sono pronte a compiere qualsiasi sacrificio».
Come sindacato che tutela le vittime della strada, quale iniziativa avete scelto di intraprendere?
«Vogliamo far aumentare la prevenzione. E’ indispensabile per evitare le tragedie. Per tale ragione, sono certo che avvieremo un tavolo di confronto con le altre istituzioni presenti in provincia. Antonio Famiglietti, dirigente provinciale della Cgil, sul quotidiano il Mattino, non solo ha confermato di costituirsi parte civile, come già facciamo quando ci troviamo di fronte a morti bianche o sulle strade del lavoro, ma avremo un incontro con il Prefetto di Avellino affinchè si possano tutelare maggiormente le persone, che a volte senza tutela, viaggiano sulle arterie dell’orrore, cercando di salvaguardare al meglio quelli che sono i diritti fondamentali di chi ha una paga, ma a volte non fa una vita dignitosa».
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