“Io profeta di verità: vi racconto del tour, di Cerbone, di questo calcio campano malato e di come cambiarlo”

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Trentasei anni di storia nel mondo del calcio campano, una storia di cui l’ex presidente del Comitato regionale Campania, Enzo Pastore, ne va oltremodo fiero e che, grazie a questa, sta trovando porte aperte da moltissime società della regione nell’arco delle tantissime tappe del suo “Tour delle Verità”. L’ex presidente, in esclusiva, si racconta affrontato i più disparati argomenti: dal deferimento al trionfo della verità, da Cerbone al girone C di Promozione Campana, fino ai cambiamenti in FIGC Avellino con la nomina del nuovo delegato provinciale Andrea Ruggiero.

Lei si è fatto portavoce di quella che lei stesso ha definito come l’unica verità, attraverso le diverse tappe del suo “Tour della verità”, che ha intrecciato la Campania con diversi incontri tenuti anche ad Avellino. Si aspettava questo successo, che l’ha avvicinata ancor più al cuore dei numerosi sportivi presenti sul territorio?

Non avevo mai avuto dubbi sull’amicizia, sull’affetto nei miei riguardi, sulle certezze dei dirigenti delle società irpine e campane. Oltre trentasei anni d’impegno serio ed incessante, per il calcio dilettantistico e giovanile campano (quindi, molto positivamente utilizzati), non potevano passare invano. Ieri, martedì 15 marzo, è stata diffusa, da tanti organi regionali d’informazione, la notizia che la Procura della Repubblica di Napoli ha acquisito la confessione giudiziaria del sig. Domenico Cerbone. La sintesi è: con il mio predecessore, l’avvocato Salvatore Colonna, Cerbone ha proceduto ad appropriazioni indebite, purtroppo con la firma autentica di Colonna medesimo; nella mia presidenza, per proseguire nei suoi illeciti, lo stesso Cerbone ha dovuto fare ricorso alla falsificazione della mia firma. Di conseguenza, le appropriazioni del mio periodo saranno, integralmente, risarcite dalla banca: ovviamente, andranno doverosamente a beneficio delle società campane. È questo uno dei motivi fondamentali del successo del mio “Tour”: la conferma – documentale, non solo per stima ed affetto – che le società campane possano essere soddisfatte di Enzo Pastore, della sua attenzione, della sua meticolosità nella gestione dei soldi altrui (che sono delle società e solo delle società).

Qual è il messaggio principale del “Tour della verità”?

Il messaggio è insito nella sua stessa intitolazione: il trionfo della verità, che è stata troppo a lungo, strumentalmente, tenuta nascosta. La verità è una sola: ho subìto l’azione illecita di una persona, il sig. Domenico Cerbone, che da tempo traeva profitto economico personale. Cerbone ha eluso tutti i controlli degli organismi deputati, in particolare del servizio ispettivo della Lega Dilettanti e della famosa Labet, di titolarità di quel dott. Dario Tozzi, che oggi – paradossi dell’attuale governance nazionale, federale e di Lega – è stato addirittura delegato ad esercitare quel controllo che non era riuscito ad eseguire al Comitato Campania. Tozzi partecipa perfino alle riunioni nazionali della Lega, oscillando da controllore a politico: due parti in commedia. Solo che questa è una vicenda delicata, non una commedia. Ho denunciato e sono stato commissariato. Ma le società campane hanno ben compreso e, soprattutto, hanno percepito nitidamente che Enzo Pastore è stato bombardato da vergognose lettere anonime, alle ore nove del mattino dell’11 novembre 2014. Il giorno prima, mi ero sentito in dovere di prendere la parola, nell’assemblea elettiva della Lega Dilettanti, per difendere, con tutte le mie forze, a mio esclusivo rischio le società del calcio dilettantistico e giovanile, vessate da costi ed oneri, molto opinabili, ma soprattutto incompatibili con la spaventosa contingenza economica nazionale (ancor più al Sud), nonché minacciate da due pericoli letali: lo svincolo dei calciatori a diciotto anni e le spese arbitrali. Malauguratamente, i fatti mi hanno dato ragione: ero stato “profeta” di verità, non di sventure.  

Com’è la situazione attuale del Comitato Regionale Campania. Non c’è più Enzo Pastore, ma i problemi sembrano permanere…

Il fatto è che, con Enzo Pastore, non mi pare davvero che ci fossero problemi. Gli aspetti di precarietà (davvero pesanti per le società) sono nati, com’è sotto gli occhi di tutti, nella gestione commissariale: la giustizia sportiva ha smarrito, quale conseguenza dell’improvvida iniziativa sui tabulati del tesseramento, la celerità; i referti pervengono, in quantità davvero incompatibile, in netto ritardo, alterando l’andamento dei campionati (si pensi alle squalifiche dei calciatori in cumulo di ammonizioni, o non espulsi, che vengono scontate per una gara diversa, da quella che il rispetto della regola avrebbe imposto); si registra una confusione organizzativa, che non ha precedenti; sono state cancellate le ambulanze dai raduni delle Rappresentative, assurdamente riducendo – e a volte addirittura azzerando – le tutele per i giovanissimi e giovani calciatori e calciatrici; si vive un clima di disagio, di assoluta mancanza di serenità, che non produce di certo aspetti costruttivi; si è dovuto prendere atto che le iscrizioni positive sono state quelle, della presidenza Pastore e del suo Consiglio Direttivo, che hanno preceduto il commissariamento (Eccellenza e Promozione; Calcio a Cinque: Serie C1 e Serie C2) e quelle delle Delegazioni Provinciali (puntualmente “epurate”, ma, per fortuna, dopo che il commissariamento si era assicurate le iscrizioni delle società); viceversa, quanto alle iscrizioni di competenza della gestione commissariale, ci limiteremo a definirle “sbriciolate”, senza entrare troppo nei dettagli, il coordinamento dei commissari di campo è di una negatività che non merita commenti. Il problema più grave è quello degli oneri economici, sulle spalle delle società, determinati dalla gestione commissariale. Il dott. Paolo De Fiore ha pubblicato (verificherà il mio avvocato Antonio Zecca se sia stato un atto lecito), sul sito del Comitato, una tabella comparativa tra dati incomparabili. Pubblichi, anche (lo esige il principio di terzietà di un commissario straordinari e lo pretende il criterio di obiettività e di chiarezza), quel che egli percepisce (al netto e pagandoci le tasse), quel che percepisce la Labet del dott. Dario Tozzi, quel che costano, alle società, il consulente avv. Lucio Giacomardo, il vice commissario vicario, dott. Salvatore Gagliano, la guardia giurata, gli elementi aggiuntivi (proprio necessari?), peraltro tutti – con una sola eccezione – arbitri della sezione di Salerno. E aggiunga una simpatica “tabella oraria”, relativa ai “vertici” della gestione commissariale: cognome, nome, orari mensili di permanenza al Comitato Campania, retribuzione mensile, computo della retribuzione oraria. Mi fermo qui, ma potrei proseguire.

Noi di Irpinianews ci occupiamo particolarmente del Girone C di Promozione, che vede impegnate diverse squadre irpine. La situazione è la seguente: molte gare non omologate, continue multe alle società, ricorsi presentati da tempo e sui cui il Giudice Sportivo non si è ancora espresso. Come si spiega questa paralisi?

Il discorso di poc’anzi non vale solo per un campionato importantissimo, quale quello di Promozione. Certo, nel girone C la crisi della gestione commissariale, sotto il profilo della confusione organizzativa, si palesa ancor più grave ed intensa, a maggior ragione perché riguarda (ma, ovviamente, non è solo questo il punto nodale) sia la parte alta della classifica, sia la lotta per non retrocedere. I criteri di questa gestione commissariale intendevano essere innovativi e rispettosi della legalità, delle norme, delle regole. Sono risultati di una negatività impressionante. Ci sono state perfino delibere pubblicate con settimane di ritardo. Cos’è, questa, se non confusione organizzativa, ai danni della regolarità dell’attività? Il problema vero è che il calcio non è burocrazia: è sport.

In caso di elezioni al Comitato Regionale e di vittoria di Enzo Pastore, cosa potrebbe cambiare?

Blindatura dei conti del Comitato, voglia o non voglia la Lega Dilettanti, con una società di certificazione dei bilanci, che sarà scelta dalle società campane, in Assemblea regionale. Poi un progetto impiantistico con la Regione Campania, la rivitalizzazione del Settore Giovanile e Scolastico, la ristrutturazione del Calcio a Cinque e la promozione del Calcio Femminile e delle iniziative di integrazione multietnica attraverso il gioco del calcio. E ancora: Web TV, per i motivi che ben si conoscono, progetto degli arbitri ex calciatori esemplari, il ritorno alla logica e al dovere di prevenzione, per il coordinamento dei Commissari di campo. Informatizzazione al passo con i tempi, come avevo già proposto: distinte di gara digitali con i “palmari” ad ogni società, ovviamente senza gravare sulla spesa economica; verifiche dei tesseramenti (tutti, non “a campione”) con il lettore ottico e non, pateticamente, a mano e con l’occhio umano; tesseramento in tempo reale, con firma digitale; collegamenti telefonici ed informativi, col Comitato, su base informatica. Lotta rinnovata per la riduzione dei costi dei cartellini del calcio giovanile e dell’assicurazione per i calciatori e dirigenti del calcio dilettantistico; battaglia per lo svincolo e per il non pagamento delle spese arbitrali, che la Juve, il Milan e l’Inter non pagano: sarebbe impudica iniquità, se dovessero sostenerle le società di base. Poi, tante altre iniziative ancora di cui c’è traccia scritta nei miei documenti programmatici e nelle mie relazioni, da epoca non sospetta: formative, di prevenzione, di rivitalizzazione generale di un ambito che appare sempre più svuotato di fiducia e di entusiasmo (effetti innanzitutto di una gestione commissariale che si presenta insensibile alle esigenze delle società). Sintesi del tutto: difesa e salvaguardia delle società del calcio dilettantistico e giovanile. Mai e poi mai pedissequa accondiscendenza ai cosiddetti “poteri forti”.  

Come ha preso la notizia dei cambiamenti in Figc Avellino, con la nomina del nuovo delegato provinciale Andrea Ruggiero?

Da sportivo, nell’interesse delle società irpine, gli rivolgo il mio “in bocca al lupo”. Ho però il dovere, ineludibile, di rivolgere la mia attenzione e di indirizzare la mia gratitudine allo straordinario Pinuccio Della Rocca, ai suoi collaboratori, nonché, ovviamente, a tutti i dirigenti provinciali, recentemente “epurati”. Il primo fu Donato Di Stasi, un promettente talento dirigenziale, di capacità e serietà inversamente proporzionali alla giovanissima età. Sono tutti di prim’ordine, seri, di impegno continuativo ed intenso a favore del calcio dilettantistico e giovanile: ma non sono, evidentemente, parametri tenuti in considerazione dalla gestione commissariale. Per dovere di sintesi, citerò, per tutti, solo i Delegati: oltre a Della Rocca e Di Stasi, Giovanni Beatrice a Caserta ed Antonio Giorgione a Benevento. Uomini di primo livello, di cultura generale e sportiva incomparabili, di correttezza e deontologia ineguagliabili. Il calcio campano, per la smania distruttiva, ha – provvisoriamente – perso dirigenti eccezionali.

Come risponde alle accuse e al deferimento da parte del Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare?

La verità sta emergendo, come già accennato poc’anzi, a livello giudiziario, che è il primissimo livello, non è certamente un aspetto subordinato, o di secondo piano. Non posso, ovviamente, entrare nei dettagli, per deontologia e doverosa riservatezza e rispetto delle regole (che, per la verità, il commissario dott. De Fiore ha dimenticato, quando ha pubblicato, sul sito del Comitato Campania, alcuni stralci del mio ricorso, allora non ancora deciso, contro il commissariamento). Ma ci sono alcuni aspetti che ho non solo il diritto, ma anche il dovere di enunciare e ribadire con chiarezza e con forza: la mia attenzione, diligenza, meticolosità, che si ricava dalla comparazione dei comportamenti del sig. Cerbone nella presidenza dell’avv. Colonna e nella mia presidenza  Cerbone ha dovuto falsificare le mie firme, per poter proseguire nelle appropriazioni che, con l’avv. Colonna, realizzava con le firme autentiche di Colonna medesimo – il mio impegno quotidiano, nella mia duplice veste (verificata dai consulenti massimi della F.I.G.C. e della L.N.D.) di presidente del Comitato e di direttore generale della Calcio Campania Immobiliare; i risultati, concreti e palpabili, della mia attività dirigenziale; da ultimo, le mie rinunce (dal febbraio 1989: ovvero per quasi ventisette anni) a rimborsi spese, diarie, docenze. Nel corso della mia presidenza, ho rinunciato a cinquemila euro al mese, ne percepivo seimila netti al mese, come direttore generale della Calcio Campania Immobiliare: questa è l’unica verità. Il dott. De Fiore, la senatrice Capacchione, il senatore Sibilia, il dott. Tozzi, il dott. Gagliano, l’avv. Giacomardo chiariscano a quali importi abbiano rinunciato, tra quelli che avrebbero avuto il diritto di percepire. Io questo diritto lo avevo: e, ripeto, ci ho rinunciato.

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