Emergenza spopolamento, Mazzone: “Senerchia sta scomparendo nel silenzio delle istituzioni”

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“La nostra comunità sta scomparendo nell’indifferenza delle istituzioni. I dati demografici oggi ci consegnano un quadro drammatico. La popolazione del nostro comune è infatti diminuita del 20,5% rispetto al 2011. Il che significa che nel giro di un decennio rischiamo di scomparire, di polverizzarci come comunità prima ancora che come luogo. Davanti a questa tragedia annunciata le istituzioni, a partire da quelle locali, sembrano rassegnate come se ci trovassimo davanti ad una calamità naturale che non può essere arrestata” lo dichiara Claudio Mazzone consigliere comunale di opposizione di Senerchia in merito ai dati drammatici diffusi dall’Istat circa lo spopolamento nei piccoli comuni, compreso Senerchia.

Il consigliere prosegue: “Ma lo spopolamento è un effetto di cause politiche, amministrative e culturali. Senerchia, ad esempio, vive una situazione amministrativa che vede l’azione comunale piegata a logiche vecchie, clientelari e proiettate a riprodurre gli errori che ci hanno condotti a questa drammatica situazione. Se la popolazione viene decimata di giorno in giorno è perché la nostra comunità, come tutte quelle delle zone interne, è stata sottoposta ad una continua sottrazione. Sottrazione di servizi, di risorse, di cultura, di persone, di cervelli. Alla sottrazione va opposta con intelligenza una politica locale forte ed autorevole che possa incidere sulle dinamiche di scale più vasta per invertire il trend attraverso un cambio radicale della gestione delle politiche dello sviluppo”.

“Vivere a Senerchia – spiega Mazzone –  oggi è difficile. Significa mandare i propri figli in una scuola con un’unica pluriclasse, in una struttura pericolosa e vecchia. Eppure nel nostro comune era stato costruito, ben 8 anni fa, un plesso scolastico all’avanguardia che poteva diventare la cittadella scolastica dei comuni limitrofi e ridare un ruolo al nostro paese. Purtroppo però per una scelta tutta legata a miopi beghe paesane, l’amministrazione ha preferito non utilizzare il nuovo plesso e mandare i bambini in una scuola che con delibera di giunta gli stessi attori hanno definito insicura e pericolante tanto da deciderne l’abbattimento. Quindi oltre alla sottrazione dall’alto la nostra comunità vive una sottrazione dal basso, dal locale, in piena ottica glocal. Ma a Senerchia è diventato difficile anche morire. Con un cimitero comunale che versa in una condizione di abbandono e degrado. Non c’è più neanche il parroco, lo sostituisce il vescovo che dà disponibilità solo in certi orari della giornata per i funerali e le funzioni di rito”.

“Una frana minaccia l’intero abitato e se la Regione Campania tra Caldoro e De Luca ha anche stanziato e recuperato ben 6milioni di euro di fondi europei, i lavori, già partiti in ritardo, sono bloccati. Quindi anche quando altre istituzioni agiscono con elargizioni il risultato finale è sempre una sottrazione. Esempio paradigmatico dell’incapacità e delle classi dirigenti locali, sia nuove che vecchie è il Progetto Pilota. Un percorso sperimentale attraverso il quale iniziare a rompere l’isolamento dei campanili e mettere insieme i servizi di 25 comuni. Un progetto che doveva essere una sperimentazione di pratiche si è trasformato nell’ennesimo sogno infranto sul muro dell’incapacità a guardare oltre il proprio naso. E infatti il progetto è stato trasformato in un luogo di divisione, di spartizione, di lotta e di poltrone che ha generato l’ennesima sottrazione per le nostre comunità e ha vanificato ogni speranza. Le nostre comunità vivono dunque una sottrazione continua di idee, di speranze, di fondi, di persone, di cervelli, di sogni. Sottrazione dopo sottrazione se nulla si aggiunge prima o poi si arriva a zero. Forse si può ancora invertire il processo di spopolamento, c’è ancora la speranza di ridare un presente prima ancora che un futuro alle nostre comunità, puntando sulle potenzialità e sulle possibilità che mette a disposizione la globalizzazione, puntando sulle nuove tecnologie e sulle nuove pratiche di governo. È come se i nostri paesi siano in uno di quei film nei quali si rivive sempre la stessa giornata. Viviamo sempre lo stesso fallimento, quello dei progetti di sviluppo, ascoltiamo le stesse promesse, fatte dagli stessi attori di sempre” conclude Mazzone.