Quattromila firme non sono bastate. Dopo la diffida inviata all’Asl lo scorso 2 maggio, le associazioni ANGSA, AIPA e InAu tornano alla carica e chiedono alla Direzione Generale ASL AV (ed in particolare della Salute Mentale) conto “sull’incomprensibile inerzia nel colmare le gravi carenze che indicammo con la presentazione ufficiale del nostro Progetto per l’Autismo”.
Sono quattro le priorità indicate: bambini piccoli in lista di attesa e bambini esclusi dalle terapie al compimento dei 12 anni, assistenza ridotta ad una minima frazione di ore rispetto a quanto previsto dalle Linee Guida 21 dell’Istituto Superiore Sanità per quelli nel programma; assenza di short list di terapisti abilitati; assenza di Unità Organizzative di Neuropsichiatria Infantile distribuite sulla Provincia, titolate alla presa in carico e coordinamento scolastico; assenza di protocolli formativi ed azione congiunta con il Provveditorato agli Studi.
“L’autismo è una patologia inclusa tra i Lea(ovvero quelle che lo Stato è tenuto a prendere in carico) e che va trattata come da Linee Guida 21 dell’Istituto Superiore Sanità, non con metodologie a discrezionalità delle Asl provinciali. La situazione è ulteriormente aggravata dalla frustrante assenza di risposte ufficiali e proposte chiare e concrete da parte dell’Asl Av, e dall’indisponibilità di fatto ad esaminare con le suddette associazioni le soluzioni percorribili”.
“Anzi, i trionfali annunci di questi giorni riguardo ai nuovi centri per l’autismo, progetti costosi, di limitatissima utilità ed ancora finanche da iniziare (mentre quello di Valle permane chiuso), rivelano un drammatico scollamento tra le esigenze reali dei bambini autistici (ben delineate nelle Linee Guida 21 dell’Istituto Superiore Sanità) e le intenzioni dell’Asl. Scollamento che risulta anche dalla lodevole mozione di indirizzo sull’autismo appena depositata alla Regione, e firmata trasversalmente da maggioranza ed opposizione”.