Emergenza acqua a Montoro, martedì summit in Prefettura

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Avellino – Emergenza idrica a Montoro. E’ stato convocato per martedì 26 agosto alle ore 10 un vertice presso la Prefettura di Avellino al quale prenderanno parte il primo cittadino di Montoro Mario Bianchino, il numero uno dell’Alto Calore Servizi Lello De Stefano, Asl e Arpac. Il summit servirà ad analizzare l’intera situazione che si è creata nell’area del montorese dopo gli ormai noti fatti di inizio 2014, con il ‘ritrovamento’ di parti di TCE ‘fuori norma’ nei pozzi di Chiusa, Torchiati e S. Eustachio, ed i susseguenti disagi che ha riscontrato la distribuzione del servizio idrico in gran parte delle frazioni che compongono la realtà di Montoro.
Gli ultimi episodi che, di fatto, hanno portato all’interruzione della fornitura idrica anche nella giornata di ieri, non hanno mancato di sollevare ulteriori polemiche rispetto ai continui disagi che sta subendo la popolazione montorese.
Quel che è certo è che dallo scoppio dell’emergenza acqua al TCE, al netto della fatiscenza delle reti e degli ‘strani’ episodi che sono accaduti nelle ultime ore (danneggiamento dell’impianto di video sorveglianza e l’occlusione della pompa), i cittadini fanno confusione tra i pozzi presenti nell’Alta Valle dell’Irno, chiusi a seguito dell’ordinanza commissariale del gennaio scorso, e il servizio idrico garantito, da allora, attraverso il bacino di Cassano Irpino. Da par suo l’Alto Calore Servizi, l’Ente che gestisce il SII a Montoro, è impegnato con forze e uomini (task force tecnica e ambientale e ‘dirottamento’ della rete di Cassano verso Montoro) per ovviare all’emergenza.

In Prefettura, domani, si farà luce anche rispetto ai dati sull’inquinamento dei pozzi dell’Alta Valle dell’Irno, i cui valori sembrano andare verso la normalizzazione, e per la cui vicenda è attesa la conclusione delle indagini della procura della Repubblica di Avellino: solo allora si potranno conoscere i dati sulla qualità dell’acqua dal 2007 al 2013, il periodo in cui, secondo uno studio commissionato dall’Autorità di Bacino, la falda sarebbe stata messa a rischio dalla forte presenza di strutture industriali collegate alla stessa.

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