«Da due anni è in Senato un disegno di legge quadro sulla gestione del ciclo dei rifiuti e la lotta alle infiltrazioni mafiose nel settore, che prevede modifiche al codice penale per introdurvi norme dirette a a sanzionare i delitti contro l’ambiente. Ormai siamo alle battute finali, dovrebbe arrivare in Aula a stretto giro, ma devo dire che, per le attestazioni ricevute in quanto promotore dell’iniziativa e per il sostegno dei tanti senatori che hanno sottoscritto il testo, mi sarei aspettato dalle forze politiche maggiore determinazione per accelerare l’iter di approvazione». Così il senatore del Partito Democratico Enzo De Luca nel suo intervento, stamane, durante la presentazione del Rapporto “Ecomafia 2012” di Legambiente, al Nuovo cinema Aquila di Roma. Rilanciando la richiesta del Procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso («Chiediamo un titolo del codice penale sull’ambiente, l’introduzione del reato ambientale, e anche se il reato è prescritto, l’obbligo di risarcire il territorio, lo stato e i cittadini del disastro ambientale commesso»), il sen. De Luca, vicepresidente della Commissione bicamerale di inchiesta ecomafie – al tavolo con il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini, il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Carlo De Stefano, Sonia Alfano, Presidente della Commissione parlamentare europea antimafia, l’on. Fabio Granata, vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altreassociazioni criminali, anche straniere, il presidente della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, on. Gaetano Pecorella, e il Procuratore Grasso – ha sollecitato «tutti i partiti, nessuno escluso, ad intervenire per dare ancora più concretezza all’attività del legislatore nel contrasto alle mafie», cominciando proprio dall’approvazione del ddl quadro (A.S. 2302) presentato su sua iniziativa il 27 luglio 2010. «Altra indicazione recepita dalla legge ma rimasta inattuata – ha aggiunto il sen. del Pd – è quella relativa all’utilizzo, previa bonifica ambientale, delle cave abbandonate o dismesse presenti in Campania per depositarvi i rifiuti trattati. È noto che la gran parte di questi siti sia nelle mani della camorra e noi, che pure stiamo sempre ad invocare provvedimenti concreti per contrastare le mafie, potendo contare su una disposizione di legge, ce ne stiamo a guardare? Non credo sia questa la strada da seguire e i dati allarmanti contenuti in quest’ultimo Rapporto di Legambiente, sui traffici di rifiuti e sulla criminalità ambientale in generale, lo confermano. L’indagine, preziosa, che ogni anno questa associazione ci consegna deve stimolare un cambio di passo, ma deve essere prima di tutto la politica a compierlo. Abbiamo accumulato troppi ritardi sul piano della tutela dell’ambiente e, purtroppo – ha concluso De Luca – gli spazi lasciati vacanti sono stati occupati dalle mafie».
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