2 aprile 2005. Ore 21.37: il cuore di Giovanni Paolo II ha smesso di battere. È passato un anno. 365 giorni da quella triste sera quando Giovanni Paolo II ci ha lasciati. Se ne è andato un padre. Una guida. Un punto di riferimento per il mondo. Oltre 300 mila le persone che in quei giorni hanno invaso Piazza San Pietro. Una folla silenziosa. Rispettosa del dolore che coinvolgeva l’intero globo. I primi ad arrivare i giovani. I suoi giovani. “Futuro e speranza della Chiesa” come amava definirli. Quegli stessi giovani che lo hanno seguito nelle Giornate Mondiali della Gioventù e che a Colonia (la prima GMG senza Papa Wojtyla) hanno pregato e pianto per lui. Non hanno esitato a raggiungere la terra dei Magi. Hanno mantenuto la promessa. “Vi ho chiamato e siete venuti”… queste le ultime parole di Giovanni Paolo II. Un invito che ha oltrepassato i confini dello spazio raggiungendo i cuori di migliaia di giovani a dimostrazione dell’amore e della complicità che unisce (ancora) Giovanni Paolo alle nuove generazioni. Un Papa ‘alternativo’. Grande comunicatore. Viaggiatore incallito. Ha saputo con ostinazione e sensibilità rompere gli schemi. Ha segnato la storia. L’ha cambiata guidando la chiesa di Pietro per 26 lunghi anni. I suoi viaggi rappresentano l’emblema della sua rivoluzione: oltre 140 visite pastorali in Italia (come Vescovo di Roma, ha visitato oltre 300 delle 334 parrocchie romane). Un centinaio i viaggi apostolici nel mondo, nonostante la malattia –quelli nei paesi dell’Est europeo, che sanciscono la fine dei regimi comunisti e quelli in zone di guerra quali Sarajevo (aprile 1997) e Beirut (maggio 1997), che rinnovano l’impegno della Chiesa cattolica per la pace. Storico anche il suo viaggio a Cuba (gennaio 1998) e l’incontro con il “Leader maximo” Fidel Castro. Poi l’attentato: la ferma e convinta fede di Karol Wojtyla gli fa ritenere che sarebbe stata la Madonna a proteggerlo e a salvarlo: per volere dello stesso Papa la pallottola verrà incastonata nella corona di una statua di Maria. Nel 1986 le immagini televisive di un altro evento storico fanno il giro del mondo: Wojtyla visita la sinagoga di Roma. E’ un gesto che nessun altro Pontefice aveva mai compiuto prima. Nel 1993 stabilisce le prime relazioni diplomatiche ufficiali tra Israele e Santa Sede. Insomma un Pontificato, quello di Giovanni Paolo II, condotto con passione, dedizione e fede straordinaria. Wojtyla è stato per tutta la sua vita un costruttore e sostenitore della pace. È stato un uomo dalla volontà di acciaio. Un leader. Una guida… soprattutto per i giovani dai quali traeva grande energia spirituale. Non ti dimenticheremo. (mari.mo)
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