Avellino – Venerdì 23 maggio alle ore 15.30, presso l’Auditorium della Banca della Campania si terrà una tavola rotonda organizzata dalla Camera Penale di Avellino e dall’Ordine degli Avvocati della Provincia di Avellino. L’incontro verterà sulla discussione della ‘Eccessiva durata del processo penale: ragioni, costi, rimedi’.
Il tema dell’ eccessiva durata del processo penale rappresenta uno dei versanti di riforma su cui le forze politiche e di governo del Paese dovranno necessariamente confrontarsi nell’ immediato futuro dopo che l’ inefficienza della risposta penale è stata costantemente additata nel corso della recente campagna elettorale e da tutti gli schieramenti politici, come uno dei fattori di rischio per l’ ordinata convivenza della nostra comunità statuale.
I risultati delle analisi statistiche condotte dalla competente Direzione generale del Ministero della Giustizia rassegnano indubitabilmente una situazione oggettiva per la quale la macchina giustizia di anno in anno smaltisce meno procedimenti di quelli che sopravvengono: il risultato è, da una parte la pendenza – all’ ottobre 2006 – di ben 1.829.948 iscrizioni di notizie di reato, dall’ altro la dilatazione dei tempi medi di definizione dei procedimenti che, in alcune realtà, hanno superato per il solo primo grado i sei anni.
Sull’ individuazione delle cause del fenomeno è in atto tra gli operatori del diritto un dibattito dai toni, a volte, anche acceso: si contrappongono le tesi di chi ritiene che l’ eccessiva durata del procedimento penale sia sostanzialmente determinata da un eccesso di formalità e garanzie in favore dell’ indagato/imputato, quella di chi sostiene che, viceversa, i tempi di definizione delle cause penali siano appesantiti da inefficienze ordinamentali, quella, infine, di chi sostiene che la causa dello scompenso sia da ricercare nell’ oramai inattuale regola dell’ obbligatorietà dell’ azione penale.
Ovviamente, a ciascuna di tali analisi corrisponde una diversa ricetta per la soluzione del problema: a tutte è comune la considerazione che la L.89/01 (la cd.Legge Pinto), varata allo scopo di sanzionare la violazione del termine ragionevole del processo – nel frattempo assurto a valore di rango costituzionale con legge n.2 del 23 novembre 1999 – e di evitare il continuo ricorso alla Corte di Strasburgo, non ha svolto alcuna efficace funzione deterrente.
Scopo della tavola rotonda promossa dalla Camera Penale Irpina, nell’ ambito del Piano dell’ Offerta Formativa annuale stabilito dall’ Ordine degli Avvocati di Avellino, è, così, quello di fare il punto della situazione sia nella prospettiva statistica, sia in quella normativa, sia in funzione dell’ individuazione delle misure idonee quantomeno a ridurre l’ impasse in cui versa il processo penale, senza abdicare ad alcuna delle garanzie poste a presidio della presunzione d’ innocenza dell’ imputato e del pieno esercizio del suo diritto di difesa, che costituiscono i punti di riferimento indiscutibili dell’ azione divulgativa e politica dell’ avvocatura penale italiana.
Interverranno gli avvocati Augusta Dell’Erario ed Edoardo Volino.
Ne discuteranno: Alfonso M. Stile, Giandomenico Lepore, Antonio Laudati, Valerio Spinarelli, Claudio Botti.
Concluderà l’avvocato Luigi Petrillo.
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