Ds: la guerra dei comunicati tra appelli e assenze che ‘pesano’

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Avellino – Blindatissimo il vertice di Capriglia della Quercia irpina. Incontri a livello regionale e locale per limare la strategia da seguire. Nessuno si sbottona più di tanto. La questione bassoliniani e mussiani-fassiniani è troppo delicata. Ma quello che è certo, è la pesante ‘assenza’ dei fedelissimi del governatore Antonio Bassolino che hanno dato forfait alla maggioranza diessina. Una sola presenza flash: quella di Peppino Di Iorio che ha letto il documento dell’aut aut. Note di inchiostro dalle quali emerge chiaramente uno strappo non ricucito e una rottura che appare ad oggi insanabile.
“Riteniamo gravemente offensive le dichiarazioni a firma del presidente del Comitato Direttivo dei Ds irpini. Non si rappresenta così l’insieme delle sensibilità interne ai Ds offendendo gratuitamente e strumentalmente storie e percorsi. Oramai rappresenta solo se stesso arrecando un gravissimo danno all’immagine del partito. Non intendiamo comunque alimentare questo clima. Avanziamo pertanto una proposta per aprire un nuovo processo politico. La proposta per l’Alto Calore è questa: si individuino tre personalità che per le loro capacità oggettive possano avere l’unanime sostegno del partito. E’ ovvio che una delle tre personalità spetta ai Ds della provincia di Benevento”.
Dunque nessun dietro front. Una posizione peraltro già nota all’esponente di via Carlo Del Balzo Carmine Russo di ritorno dal capoluogo partenopeo a seguito di un confronto con il coordinamento regionale. A nulla sembrano valse – almeno a sentir dire dei bene informati – le parole del segretario provinciale.
Troppo dure – secondo voci autorevoli – le accuse rese dal presidente Michele D’Ambrosio che ha affondato la lama contro i compagni bassoliniani “una corrente interna che si comporta come partito separato” volendo citare uno dei passaggi più soft. L’on. D’Ambrosio parte da lontano affermando che la vicenda targata Alto Calore “ha disonorato la politica”. E avvalendosi della metafora “Agnelli e camerieri”, infligge il suo colpo ‘mortale’.
“Se ad un’assemblea (quella dell’Alto Calore, ndr) quel tal Agnelli – ha dichiarato D’Ambrosio nelle ultime ore – non può intervenire e affida la delega in sua vece ad un cameriere, non ne consegue affatto che il cameriere divenga proprietario delle azioni. Egli rappresenta in quel luogo gli interessi dell’azionista Agnelli”. Affondi che non risparmiano l’alleato del quartier generale di Via Tagliamento definito “sleale”. Concetti e moniti che ripercorrono la sala dell’hotel Cappuccino alla presenza del deputato Raffaele Aurisicchio, del presidente Michele D’Ambrosio e di Carmine Russo più moderato nei passaggi.
In prima fila per riannodare le maglie di un percorso che appare sempre più sfilacciato. Richiama e condanna i compagni “responsabili della vicenda Alto Calore” non risparmiando la Margherita per avere sostenuto la “scorrettezza politica” ma nello stesso tempo scende in campo in nome del recupero dialogante.
L’invito è: “Dobbiamo andare avanti. Non ci si può inchiodare all’Alto Calore. Ci sono problemi da affrontare: i rifiuti, il Partito Democratico”.
Insomma: ‘facciamo prevalere la politica dei contenuti. Congeliamo la questione dell’Ente idrico anche in vista di una finanziaria che si renderà protagonista con ogni probabilità dei grandi tagli: a cominciare dalla riduzione di componenti dei Consigli di Amministrazione’. (Nel caso specifico dovrebbero passare da nove unità a tre). Insomma, la parola d’ordine è il chiarimento invocato da entrambe le parti ma evidentemente il compromesso della pace individua percorsi diversi e poco arrendevoli. (Di Teresa Lombardo)

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