Sant’Angelo dei Lombardi- Tossicodipendenza, informazioni e prevenzione: se ne discuterà a Lioni questa mattina alle ore 10.30 presso l’Istituto F. De Sanctis con Maria Rosaria Clotola (coordinatrice Gesco), Alfonsina Porciello (responsabile Area dipendenze Consorzio dei servizi sociali Alta Irpinia), Giuseppe Straccia (responsabile Sert Grottaminarda), Romualdo Marandino (dirigente scolastico del F. De Sanctis), Antonio Borea (direttore Servizi sociali Alta Irpinia), Rosanna Repole (Presidente Consorzio servizi sociali Alta Irpinia). Concludono: Sergio D’Angelo presidente Gesco, Rosa D’Amelio assessore alle Politiche Sociali della Regione Campania. Un tema di grande attualità rispetto al quale abbiamo raggiunto telefonicamente la responsabile dell’Area Dipendenze, la dott.ssa Alfonsina Porciello. A lei le domande:
E’ possibile contrastare il fenomeno della tossicodipendenza? “Il lavoro svolto in questi anni, nell’ambito del territorio di nostra competenza ci ha portato alla realizzazione di uno studio dei bisogni prioritari della popolazione target per gli interventi di prevenzione dal disagio giovanile e dalle dipendenze. L’obiettivo generale che ci si propone, è quello di attivare all’interno delle classi delle scuole superiori del territorio, laboratori per sviluppare il pensiero razionale-emotivo. La sfida è ambiziosa ed esaltante, tentare di trasformare la pratica della prevenzione in prassi educativa. Per contrastare il fenomeno della tossicodipendenza occorre un’azione preventiva, terapeutica e riabilitativa congruente, un’ azione che possa legare in un’unica rete di intervento, differenti servizi e soggetti, pubblici e privati, metodologie e prassi operative diverse, ma consolidate. Non solo, occorre ripensare le politiche per le dipendenze ed integrarle nel quadro più ampio delle politiche dell’istruzione, giovanili e del lavoro in una logica di integrazione”.
Quali sono le strategie che intende attuare il Consorzio?
“Coinvolgere il mondo della scuola che non può più subire passivamente l’iniziativa, con un atteggiamento di delega del problema giovanile, ma lavorare con la logica di equipe integrate con diverse e variegate professionalità, che cerca e studia soluzioni altre e nuove. Alle intemperanze giovanili, ai nuovi bisogni, ai problemi ed alle difficoltà dei giovani non possiamo rispondere con l’abbassamento dell’età della punibilità! Il ruolo degli enti locali, monitoraggio e accompagnamento degli assessorati verso al costruzione di punti fermi che si occupano dei giovani nella normalità e non nelle emergenze. Valorizzare culture alternative, investire nella riscoperta della memoria e delle tradizioni, aprirsi alla multiculturalità, educarsi ad un nuovo modello di sviluppo più rispettoso degli uomini e delle donne. Coinvolgere la famiglia, rompere l’isolamento, aprirsi all’integrazione, aumentare le competenze, ascoltare i drammi e le angosce accompagnare a conoscere i servizi pubblici attivi sul territorio”.
Qual è la percezione sociale del fenomeno droga?
“E’ un tema particolarmente rilevante e il ruolo che gioca la stampa nella costruzione di stereotipi, nella conferma di luoghi comuni o nella capacità di far emergere dati per un giudizio razionale, è addirittura scontato. La difficoltà contro cui ci si scontra, è il clima di crociata che viene imposto da chi ha interesse ad alimentare la propaganda e non la ragione. La rozzezza e la semplificazione non aiutano a comprendere fenomeni nuovi relativi ai consumi giovanili e producono campagne mediatiche istituzionali inutili e dannose. Purtroppo il dato di cronaca si tramuta spesso in cronaca nera e quindi il taglio prevalente risulta di tipo criminologico. Una maggiore attenzione oltre alla prevenzione va data necessariamente alla politica di riduzione del danno, alle scelte di intervento sociale ed alla attività dei servizi pubblici (Sert) e del privato sociale (comunità, unità di strada e bassa soglia). D’altronde quando la pressione punitiva e la spinta repressiva si fa prevalente, come dimostra la legge attuale che pretende di imprimere una svolta proibizionista, è difficile indicare un segno diverso. Noi al contrario crediamo che si debba lavorare per lo sviluppo dell’integrazione sociale. Vogliamo lavorare per una politica di integrazione che operi sia in un’ottica di prevenzione che di reinserimento, secondo un principio di inclusione nel sistema dei diritti sociali, di integrazione ed apertura del sistema alle diversità”.
Crede che il governo di centrosinistra modificherà l’attuale Legge?
“Oggi, a dieci mesi dalla nascita del governo di centro sinistra, credo che riprendere la mobilitazione per una decisa riforma della legislazione su droghe e dipendenze, sia un atto necessario. Si riprenda la mobilitazione attorno a un testo – la cosiddetta legge Boato – che è quello attorno a cui, fino ad oggi, mi pare essersi formato un consenso allargato. Una legge ‘di movimento’, perché ‘dal basso’, fatta da operatori e consumatori, da amministratori e da giuristi, da associazioni e comunità, attorno a un nucleo centrale che si chiama depenalizzazione del consumo, di tutti i consumi personali, uscita dal penale per entrare in un sociale, in un welfare, potenziato, rinforzato, valorizzato. Fuori dal penale, anche, per uscire dal blocco dell’innovazione, nei servizi come nelle metodologie di intervento, che hanno prodotto negli ultimi anni una irresponsabile inadeguatezza delle risposte offerte a un mondo in continuo cambiamento. Ripresa della mobilitazione vuol dire anche non correre il rischio di lasciare una partita così importante in mano alle dinamiche dei partiti e del palazzo. Purtroppo, la lettera dei 51 parlamentari della maggioranza alla ministra Turco, i contenuti con cui la decisione della modifica delle tabelle è stata attaccata, mi preoccupano molto, perché credo ci sia il rischio che, a sinistra come a destra, i temi caldi della droghe sfuggano al dibattito nel merito – pur complesso – per diventare merce di uno scambio politico che ha altre poste in gioco. Fare movimento, allora, significa mettere al centro del tavolo le droghe, i consumatori, il miglioramento di politiche e leggi per una minor sofferenza sociale e individuale, questo e non altro”.
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