Ariano Irpino – Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ad eccezione dell’ex calciatore dell’Ariano, gli indagati coinvolti nell’operazione “Droga-party”. Assistiti dagli avvocati Massimo Preziosi, Domenico Carchia e Giovanni La Vita, non hanno aperto bocca durante gli interrogatori di garanzia che si sono tenuti questa mattina presso il Tribunale di Ariano Irpino alla presenza del Giudice per le Indagini Preliminari Gabriella Buonavolontà e del Sostituto Procuratore Daniela Tognon. Carmine Cocca, Alberto Intonti, Liberato Scarpellino, Flavio Rubino, Simone De Medici, Giorgio del Vecchio, Ciro Torraco e Marco Scaperrotta inoltre, in segno di protesta contro la linea dura adottata nei loro confronti dalla Procura arianese, da quando si trovano reclusi in carcere si rifiutano di mangiare. Un vero e proprio sciopero della fame per professare la loro innocenza: intanto i loro avvocati hanno già mosso la prima pedina. Hanno presentato al Tribunale della Libertà di Napoli istanza di scarcerazione per i loro assistiti. Insomma nessun colpo di scena durante gli interrogatori di garanzia come invece i Magistrati auspicavano. E’ da evidenziare che l’ex calciatore dell’Ariano, fuori rosa da oltre un mese, ha preferito parlare. Difeso dall’avvocato Italo Benigni, Simone De Medici avrebbe dichiarato di essere totalmente estraneo ai presunti episodi di violenza carnale nei confronti delle quattro ragazze di Ariano che all’epoca dei fatti ricordiamo erano minorenni. Inoltre De Medici ha affermato di aver fatto uso sporadicamente delle cosiddette droghe leggere ovvero di aver fumato qualche spinello. Droga dunque utilizzata solo per uso personale e non ai fini dello spaccio. Insomma nessun colpo di scena sull’operato del branco definito dal Procuratore Amato Barile uno “…squallido giro di droga e sesso. Il branco, infatti, organizzava dal 2001 dei festini con le minorenni nel corso dei quali alcuni dei componenti, dopo aver iniziato le ragazze al consumo di cocaina e di altre droghe pesanti, le violentavano ripetutamente con modalità anche particolarmente ripugnanti”. ‘Per domani occorrono sei paia di magliette bianche’, si dicevano al telefono gli indagati chiamando così la cocaina da consumare nei festini. Ma a seconda degli interlocutori, in altre conversazioni le magliette diventavano ‘scarpe’ e ‘pantaloni’. I droga-party, ricordiamo, avvenivano nel seminterrato di una palazzina di Rione Martiri dove, dopo un periodo di ‘normale’ corteggiamento fatto di gesti romantici e tenerezze, venivano condotte le minorenni. Barile, durante la conferenza stampa di venerdì mattina ha lasciato intendere anche i modi “…particolarmente ripugnanti” delle violenze subite dalle quattro ragazze, oggi maggiorenni. Un particolare che potrebbe essere chiarito dalla visione di alcuni filmati che sono stati sequestrati dagli inquirenti… Insomma, l’inchiesta non si è conclusa con il blitz: il quadro deve essere ancora chiarito e questo potrebbe accadere nei prossimi giorni. Intanto è stato fissato per giovedì l’interrogatorio degli altri quattro componenti sottoposti al regime degli arresti domiciliari ovvero di Aldo Corsano, Angelo Massaro, Carmine Memoli e Antonio Canaglia. (di Emiliana Bolino)
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