AVELLINO- I militari delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Avellino sono tornati qualche giorno fa a Palazzo Caracciolo per acquisire ulteriore documentazione relativa al Settore Edilizia Scolastica e ai due appalti finiti nel mirino dell’inchiesta “Dos Des”, che aveva portato a perquisizioni e sequestri firmati dal pm Fabio Massimo Del Mauro nei confronti di due funzionari di Palazzo Caracciolo, Sergio Davidde e Giovanni Cacchione, gravemente indiziati di corruzione nell’esercizio delle funzioni per due interventi relativi ad un istituto scolastico di Ariano Irpino e uno di Montoro, in cui il principale indagato, il funzionario di Palazzo Caracciolo Sergio Davidde, avrebbe ricoperto il ruolo di Rup, omettendo però di trovarsi in una situazione di incompatibilità, visti i rapporti assidui e frequenti con le due imprese che avevano ottenuto l’ aggiudicazione. I militari del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria delle Fiamme Gialle avevano già acquisito una serie di documenti e con l’ ausilio dei due consulenti nominati dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro, anche la copia dei dispositivi. Nell’inchiesta ci sono anche gli imprenditori Enzo Lucci e Giovanni Papa, oltre che ad una dipendente di una società che lavorava con la Provincia di Avellino, Annarita Rossini, a casa della quale erano stati rinvenuti e sequestrati circa 60mila euro custoditi “sottovuoto”.
LE INDAGINI DEL NUCLEO PEF
I militari agli ordini del tenente colonnello Mario Aliberti oltre al lavoro di setacciare determine e atti di gara relativi ai due funzionari e alle due imprese coinvolte nella presunta trama corruttiva, hanno già lavorato per mesi su conti correnti e bonifici degli indagati, oltre che sulle tracce emerse dai tabulati telefonici. E proprio dal conto corrente di Davidde sarebbero emersi alcuni elementi importanti, che hanno corroborato il quadro indiziario nei suoi confronti. Due bonifici per 700 euro circa in occasione del matrimonio della figlia di uno dei due imprenditori coinvolti nell’inchiesta, una serie di bonifici ricevuti dalla cinquantacinquenne Annarita Rossini, la presunta “tesoriera” (nella cui disponibilità sono stati scoperti i 95mila euro tenuti anche sottovuoto) circa 2200 contatti con un numero riferibile ad uno dei due imprenditori ed infine un altro particolare. Tra agosto 2024 e novembre dello stesso anno, dal conto corrente del funzionario di Palazzo Caracciolo non sarebbero state prelevate somme notevoli, neppure per eventuali rimborsi della vacanza in un resort pugliese pagata secondo le indagini da uno dei due imprenditori.
LA DISCUSSIONE DAVANTI AL RIESAME
Domani mattina saranno discussi davanti al Tribunale del Riesame per le misure reali di Avellino le istanze di annullamento di sequestro presentate dalla difesa del funzionario Davidde, il penalista Ennio Napolillo, dalla difesa della Rossini, il penalista Claudio Frongillo, dai difensori di Enzo Lucci, gli avvocati Giorgio Palma e Claudio Frongillo e di Giovanni Papa, l’avvocato Nello Pizza.