Dopo Bitron Sud, è crisi per Cablauto. Parla Vecchia

0
185

Morra De Sanctis – Un fulmine a ciel sereno. Così Luciano Vecchia, Segretario Provinciale Fiom Cgil, commenta la “decisione irrevocabile” assunta dal Cda della Bitron Sud. L’azienda di Morra de Sanctis, impegnata nella produzione di componentistica bianca per elettrodomestici, ha disposto la chiusura dello stabile a partire dal mese di giugno. Scelte dettate esclusivamente da processi di razionalizzazione ed ottimizzazione delle utilità a monte, senza possibilità di traslare l’attività aziendale altrove, fanno sapere dai vertici societari. Resta il fatto che 55 dipendenti si ritroveranno nel giro di due mesi senza lavoro.
“Una prospettiva segnata. – spiega Vecchia – Il Cda della Bitron Sud ci aveva convocato, dopo un periodo di mobilità volontaria, per un confronto relativo all’integrativa aziendale e alle prospettive in termini di organizzazione”. Ma l’esito è stato diverso. La Fiom ha già proclamato lo stato di agitazione in attesa che vertici aziendali e forze politiche facciano la propria parte. “I dipendenti aspettano risposte sul loro futuro. – continua Vecchia – Se l’azienda deciderà di non tornare sui propri passi bisognerà mettere in campo soluzioni che vedano gli stessi reimpiegati in attività sostitutive”. Ma il caso Bitron Sud non sembra levarsi ad unica eccezione nel panorama produttivo irpino. Venti difficili anche per Cablauto, l’azienda di Pianodardine specializzata nella realizzazione di cablaggi destinati alla Fiat. Il management ha comunicato alle associazioni sindacali che una volta esaurita l’ultima commessa, Avellino resterà solo una base logistica per il deposito merci. Soluzione che prevede il mantenimento di circa 50 unità lavorative a fronte delle 155 attualmente impiegate. “Oltre cento esuberi che andranno a compromettere la già precaria situazione produttiva locale. Abbiamo aperto un tavolo tecnico con l’azienda per il ricorso ad ammortizzatori sociali”. Non è esente da incognite neppure il futuro della Fma. “Non vive condizioni di crisi – chiarisce subito Vecchia – ma il mercato non riesce ad assorbire quello che produce”. Una sovracapacità in output ‘cronica’ che si riflette nella ennesima cassa integrazione.(Di Marianna Morante)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here