Renato Spiniello – Dodici anni per Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia viaggi che ha fittato il bus, nove anni ad Antonietta Ceriola e sei anni e sei mesi a Vittorio Saulino, questi ultimi funzionari della Motorizzazione Civile di Napoli che avrebbero tentato di falsificare il documento della revisione del pullman in realtà mai effettuata. Le accuse sono di falso in atto pubblico, omicidio plurimo colposo e disastro.
Queste le richieste formulate dalla pubblica accusa, composta dai pm Rosario Cantelmo e Cecilia Annecchini, al giudice monocratico Luigi Buono nell’ambito del processo penale sulla strage di Acqualonga del 28 luglio del 2013.
Quella triste sera persero la vita, a bordo di un pullman di ritorno da una gita religiosa, quaranta pellegrini, precipitati dal viadotto dell’autostrada A16, nel tratto di Monteforte Irpino, dopo aver sfondato le barriere bordo-ponte. Un guasto all’impianto frenante ha impedito all’autista Ciro Lametta, deceduto nell’incidente, di arrestare quella tragica corsa verso il baratro.
Nella lunga requisitoria, l’accusa ha sottolineato più volte la spregiudicatezza e le responsabilità di tre degli imputati, che con le loro azioni avrebbero portato quaranta innocenti alla morte. “Se Lametta – ha affermato in Aula la sostituta procuratrice – avesse eseguito la manutenzione ordinaria su quel mezzo e l’avesse sottoposto a revisione, mai si sarebbe verificato un guasto del genere. Il suo agire in violazione delle regole ha consentito la messa in circolazione di un mezzo che è un’accozzaglia di lamiere. Inoltre i due funzionari della Motorizzazione, disattendendo le loro funzioni di controllo, hanno permesso la circolazione in strada di quel pullman.
La Ceriola – ha continuato Annecchini – era in più già stata arrestata e rinviata a giudizio dal Tribunale di Napoli per i medesimi reati, mentre Lametta, che ha risparmiano notevoli somme di denaro lucrando sulla vita delle vittime, non ha avuto remora di additare le colpe della caduta del bus all’imperizia del fratello, deceduto nel tragico sinistro. Le loro responsabilità sono chiare ed evidenti” ha concluso la pm.
Prima delle richieste della pubblica accusa, il giudice Buono si è espresso positivamente sull’istanza di acquisizione della relazione del professor Felice Giuliani, il consulente tecnico nominato dal tribunale, presentata dal procuratore Cantelmo nella scorsa udienza per verificare se, in altri tratti autostradali italiani, sussistano condizioni di compromissione grave dei sistemi di ancoraggio relativi alle barriere stradali.
Rinviate, invece, a mercoledì 10 ottobre le richieste di condanna per i vertici e i dipendenti di Autostrade per l’Italia in quanto, a seguito dell’accettazione da parte del giudice delle controdeduzioni presentate dagli avvocati difensori riguardo la perizia di Giuliani, Cantelmo ha chiesto tempo per esaminare quei documenti depositati solo poche ore prima dell’udienza.
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