Avellino – Un protocollo di intesa per la realizzazione di azioni positive in tema di lotta alle discriminazioni sul lavoro, interventi per l’informazione, formazione e prevenzione in materia di sicurezza sul lavoro e per rinforzare la collaborazione volta alla corretta applicazione della normativa antidiscriminatoria. E’ stata presentata questa mattina, in sala Grasso, la bozza del documento promosso dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Avellino, diretto da Domenica Marianna Lomazzo, e rivolto a Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, Direzione Provinciale del Lavoro, Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Avellino. Il protocollo, che dovrà passare al vaglio degli interlocutori e all’attenzione dell’Ente Provincia, nonché dell’assessorato a Lavoro e Formazione professionale, guidato da Giuseppe Solimine, si propone di porre in essere ogni iniziativa utile a favorire la piena applicazione della normativa in materia di parità e di pari opportunità tra uomo e donna, al fine di prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione fondata sul sesso. Le parti interessate dalla proposta di intesa sono inoltre chiamate ad impegnarsi nell’instaurare un rapporto di fattiva collaborazione e a porre in essere ogni azione utile e necessaria per continuare a promuovere le pari opportunità e per garantire una più ampia applicazione della normativa antidiscriminatoria nel mondo del lavoro. In particolare, l’Ufficio della Consigliera di parità della Provincia di Avellino si impegna, tra l’altro, a rendersi disponibile a collaborare alla redazione di atti, patti e contratti in relazione agli aspetti di genere; collaborare in tutti i casi di presunta discriminazione segnalati dalle parti firmatarie, offrendo, se ritenuto necessario dalla Consigliera di Parità in base alle normative vigenti, il proprio intervento in giudizio a spese dell’Ufficio; collaborare con gli uffici delle parti firmatarie sia nell’indagine che nella costruzione di un’eventuale difesa delle persone discriminate. “Il presente accordo – spiega Lomazzo – ha lo scopo di promuovere la parità di trattamento sui luoghi di lavoro e coordinare un programma di azioni positive comuni di lotta alle discriminazioni, con particolare riferimento alle discriminazioni di genere, quali fonti di rischio per l’integrità delle lavoratrici e dei lavoratori, causa di danno alla salute fisica e psichica, fattore di insicurezza e aggravante del rischio infortunistico”.
La presentazione della bozza del protocollo è il frutto della chiusura del ciclo seminariale “Sicurezza, divieto di discriminazione e promozione delle pari opportunità nei luoghi di lavoro”, organizzato dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Avellino (nell’ambito del progetto “Diritti e pari opportunità nel mondo del lavoro”), in sinergia con l’Università degli Studi del Sannio di Benevento, la Provincia di Avellino e con l’adesione di Inail, Direzione provinciale del Lavoro, Cgil, Cisl, Uil e Ugl Avellino. Questa mattina sono stati illustrati anche i *risultati conseguiti dal seminario di studi (rivolto ad operatori di strutture deputate alle politiche di sicurezza sul lavoro e tutela antidiscriminatoria nei luoghi di lavoro; organizzazioni sindacali ed associazioni di tutela delle vittime di discriminazioni, molestie e di promozione di azioni positive sui luoghi di lavoro; liberi professionisti e laureati/e), percorso articolato in quattro giornate formative che dal 31 maggio al 15 giugno ha visto salire in cattedra esperti ed accademici di grande spessore. Al tavolo presenti gli attori coinvolti nell’iniziativa e la Consigliera di Parità Supplente, Antonella De Angelis. “Studieremo la bozza, ognuno darà il proprio contributo, si organizzerà una commissione di lavoro e poi tavoli di confronto. Infine, presenteremo il protocollo all’attenzione della Provincia”, spiega la Consigliera. Per Rosario Santucci, professore di Diritto del Lavoro presso l’Università del Sannio “l’attenzione non va solo alla tutela discriminatoria, ma è necessaria l’integrazione delle donne nel lavoro con programmi che intervengano su esigenze familiari e politiche di conciliazione vita-lavoro. Il tutto attraverso strumenti non solo lavoristici ma a largo raggio che riguardano il welfare con servizi verso le famiglie. Questo porterebbe ad una duplice occupazione per chi si occupa dei servizi e per le donne che devono integrarsi”. Gianpaolo Paoletti, dirigente della direzione provinciale del lavoro, nell’apprezzare l’iniziativa e la bozza del protocollo, spiega che in provincia i fenomeni emergenti non sono tantissimi. Tuttavia: “Non conosciamo il sommerso, lo dobbiamo stanare. C’è ancora disattenzione nel lavoro femminile, occorre creare nuove condizioni sociali ed economiche per avere imprese ed aziende che favoriscano il più possibile questo problema”. Poi la parola passa ai sindacati: Antonio Famiglietti per la Cgil, Mario Melchionna per la Cisl, Franco De Feo per la Uil e Costantino Vassiliadis per l’Ugl. Apprezzando la validità del progetto, le parti sociali chiedono l’adesione al protocollo anche della parte datoriale come Confindustra, Cna, Confapi. I sindacati si propongono inoltre per la formula della concretezza: “Il protocollo è importantissimo – spiegano – bisogna cercare fondi, anche chiedendo all’amministrazione provinciale e all’Inail. Ma è fondamentale agire concretamente, anche basandosi su pochi obiettivi ma di qualità”. Sulla crisi occupazionale più in generale: “Ci aspettiamo da istituzioni e politica uno sforzo poderoso. È su questo tema che lanciamo la scommessa del territorio: il patto per il lavoro che deve vederci tutti insieme protagonisti per i problemi occupazionali”. A chiudere i lavori, l’assessore provinciale al Lavoro, Giuseppe Solimine. “Quello delle pari opportunità è un problema culturale che riguarda donne e uomini. L’ambizione è di far diventare ordinario lo straordinario con iniziative di sensibilizzazione e l’attivazione di strumenti per donne e uomini come nidi e orari flessibili”. Solimine lancia poi una sfida: “Fondamentale è aumentare le rappresentanze femminili dei sindacati nelle aziende. Sposare questo orientamento, visto il rinnovamento delle rsu, significa fare un primo passo”, conclude l’assessore. RISULTATI CONSEGUITI DAL SEMINARIO DI STUDI:
dei 139 partecipanti, 116 sono donne e 23 uomini. L’83 per cento delle presenze è stata di natura femminile. L’analisi inerente la categoria “titolo di studio” ha messo in luce che dei 139 iscritti 81 sono in possesso del diploma di laurea, 54 del diploma di scuola media superiore e solo 3 persone in possesso del diploma di scuola media inferiore. In particolare, facendo un’analisi distinta per sesso, 72 sono le donne iscritte in possesso di diploma di laurea e solo 7 gli uomini. Mentre, tra i diplomati si contano 41 donne e 15 uomini di cui 3 donne e un uomo in possesso di diploma di scuola media inferiore. Tra le lauree, a prevalere sono stati iscritti con lauree in materie umanistiche (giurisprudenza, lettere moderne), in materie sociali (sociologia, psicologia, scienze del servizio sociale). A seguire, laureati in economia e commercio, architettura e ingegneria. L’analisi della categoria “ente di appartenenza” ha messo in luce che la maggior parte dei partecipanti proviene dalle organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL, UGL) con un totale di 48 iscritti, a seguire i liberi professionisti con una presenza pari a 25, infine 22 dipendenti della Direzione Provinciale del Lavoro di Avellino. Tuttavia, non sono mancate iscrizioni di dipendenti della Provincia di Avellino (9) e di persone inoccupate (7) e disoccupate (5). Per concludere, è stata fatta un’analisi anche della categoria “motivazione”, riportata sul modulo di iscrizione, alla partecipazione ai seminari in oggetto. Ebbene l’analisi ha evidenziato che ben il 64 per cento ha affermato che la partecipazione è stata stimolata “da un interesse ad approfondire le proprie conoscenze sulle tematiche inerenti la sicurezza, le discriminazioni e la promozione delle pari opportunità nei luoghi di lavoro”. A seguire, il 32% ha asserito che la motivazione è derivata da un “approfondimento e aggiornamento professionale”. Infine si è registrato un 4% che ha sostenuto che l’intesse alla materia trattata è provenuto dalla “importanza di possedere conoscenze sulle tematiche della discriminazione e della promozione delle pari opportunità, in quanto ogni donna deve possedere gli strumenti per poter difendere e migliorare la propria condizione”.