Diplomi falsi, la Procura chiede maxiprocesso: 373 a giudizio. Ventotto gli irpini coinvolti

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Un maxiprocesso ad ideatori, istigatori, procacciatori e beneficiari di una vera e propria fabbrica di falsi diplomi per scalare le graduatorie di insegnamento e del personale amministrativo e dei collaboratori scolastici in tutta Italia. Carte farlocche che sarebbero state rilasciate da personale  di un istituto paritario cilentano . Ad invocare il processo, dopo aver firmato nell’autunno del 2021  gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, il Procuratore della Repubblica di Vallo Della Lucania Antonio Ricci e il pm che ha condotto le indagini, il sostituto procuratore Vincenzo Palumbo, firmando la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 373 indagati a vario titolo di corruzione in concorso, falso ideologico, truffa aggravata ai danni dello Stato e tentata truffa.  Una maxi inchiesta condotta dai Carabinieri, basti pensare che nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dai magistrati della Procura di Vallo della Lucania vengono contestati ben 778 capi di imputazione.
L’UDIENZA
Il 4 maggio prossimo gli indagati dovranno comparire nell’aula bunker del rcarcere di Fuorni davanti al Gup del Tribunale di Vallo della Lucania Benedetta Rossella Setta, che sara’ chiamata a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio firmata dalla Procura. Gli imputati sono beneficiari dei presunti falsi diplomi rilasciati dalla  fondazione Passarelli per periodi relativi al 1997 e nel  periodo 2014. A partire dal Diploma di specializzazione polivalente, a diploma magistrale, al diploma di operatore dei servizi sociali e  del settore ristorazione cucina o sala e bar. Tutti usati secondo gli accertamenti di Procura e Carabinieri per ottenere incarichi da insegnanti, assistenti amministrativi e collaboratori scolastici. Gli imputati arrivano da tutta la Campania, ma anche da numerose zone del Paese: Empoli, Bollate,Como, Firenze, Bronte, Locri, Minturno, Ivrea, Udine, Oristano
VENTOTTO IRPINI COINVOLTI
Sono ventotto gli irpini imputati coinvolti nell’inchiesta, che avrebbero beneficiato del sistema dei diplomi falsi. Per lo piu’ sono residenti nei comuni del Baianese e della Valle Caudina ma anche del Vallo di Lauro, arianese, Avellino e Baronia.
L’INCHIESTA
Le indagini, portate a termine dai carabinieri delle compagnie di Vallo della Lucania e di Agropoli, erano partite dopo una segnalazione dell’Ufficio Scolastico regionale che aveva notato, per l’assunzione in ruolo nel 2018, la presentazione da parte di numerosi docenti di titoli di studio molto datati ma mai presentati in nessuna procedura concorsuale precedente. È così che gli inquirenti decisero di indagare, scoprendo oltre 400 i diplomi falsi. In tutto gli indagati erano 554, che, a vario titolo, dovranno rispondere di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello stato. Fu accertato un danno per la pubblica amministrazione di circa 7 milioni e 500mila euro. Il costo dei titoli di studio falsi (diplomi di grado preparatorio, diplomi di specializzazione polivalente, diplomi di qualifica professionale) variava dai mille ai 2mila e 500 euro. Una precisazione che anche nei mesi scorsi e’ stata proposta dall’Istituto riguarda il fatto che l’istituto scolastico ha sostituito tutto il personale interessato. Dunque,  l’indagine penale non riguarda il personale attualmente in servizio presso la scuola.