Dipendenti ex Cosmari Av1 e Av2, al gesto estremo pur di veder riconosciuti uno stipendio e anche un contratto così come chiedono da tempo. Dopo essersi incatenati, hanno scelto di raggiungere il tetto di un palazzo al centro di Avellino. La richiesta è sempre la solita: lavoro, lavoro ma alle loro condizioni, o meglio a quelle che prevede il loro vecchio contratto, visto che la nuova società Irpiniambiente che dovrebbe farsi carico della loro posizione lavorativa è orientata a stipulare un contratto su basi diverse. La disputa continua tra la società e i lavoratori. Intanto per motivi di sicurezza l’area è stata recintata dai vigili del fuoco ed è stato anche istallato un gonfiabile.
La protesta dei circa 46 ex cosmarini del sindacato azzurro presso la Prefettura di Avellino assume caratteri allarmanti. In mattinata, gli ex lavoratori del Cosmari Av1 e Av 2 si sono dapprima incatenati, quindi, in tarda mattinata, sono saliti sui tetti del palazzo posto di fronte alla Prefettura. Al centro delle loro rivendicazioni, la necessità di essere assorbiti nella nuova società provinciale per la realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, IrpiniAmbiente, conservando il contratto pubblico Federambiente. A rendere ancora più vibrante la loro protesta è stata l’assenza al confronto della controparte, ovvero della società provinciale e del soggetto liquidatore, ovvero i rappresentanti dei due cosmari Av1 e Av2.
La questione si trascina da mesi: da una parte gli iscritti del sindacato azzurro, che sottolineano di aver diritto al contratto pubblico poiché dipendenti pubblici nei Cosmari. Dall’altra la società provinciale, che vincola il loro assorbimento alla sottoscrizione del contratto Fise. Nel frattempo, la polizia ha proposto ai lavoratori appostati sul tetto un accordo: un incontro in Prefettura fissato per domani in cambio della fine della plateale protesta. Ma Vincenzo Guidotti e gli ex cosmarini non ci stanno: “Se non arriverà personalmente il presidente Cosimo Sibilia- spiega- i lavoratori non scenderanno dal tetto. Già in mattinata avremmo dovuto avere un confronto, eppure non c’è stato. Non ci fidiamo”.
Ore 20.00 La soluzione appare più vicina. Il questore di Avellino, Sergio Bracco, sta mediando per sedare la protesta dei lavoratori saliti sul tetto. Bracco ha prospettato infatti alle maestranze un accordo in base al quale i lavoratori dovranno scendere dal tetto dell’edificio in cambio di una convocazione con somma urgenza per domani in Prefettura.