Venerdì 4 aprile, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata consegnata formalmente una copia del Certificato di collaudo, con i relativi allegati, alla Direzione Generale per le Dighe e le Infrastrutture Idriche: si tratta del passaggio finale dell’iter che ha certificato la capacità della Diga Macchioni, nel Comune di Castel Baronia, di poter operare a pieno regime e al massimo della sua portata.
A Roma si sono recati il presidente del Consorzio di Bonifica dell’Ufita Francesco Vigorita, il direttore Antonio Maria Grasso e il responsabile della Diga Elziario Grasso. Il Consorzio di Bonifica dell’Ufita è concessionario della derivazione d’acqua e gestore della Diga. Il Certificato di collaudo era stato emesso dalla Commissione di Collaudo del Ministero costituita da Alessandro Greco, presidente, e Luigi Taglialatela, nella loro ultima visita ispettiva del 5 dicembre 2024.
La Diga Macchioni fu inaugurata, alla presenza di illustri ospiti, Autorità Civili, politiche, militari religiose e con la partecipazione di un gran numero di cittadini e agricoltori, il 26 giugno 2000, potendo già operare non al massimo della capacità, ma in via sperimentale e per livelli ridotti di riempimento dell’invaso, ma comunque assicurando acqua per l’irrigazione a molte aziende consorziate.
Il progetto di massima della Diga, datato ottobre 1966, fu approvato dal Genio Civile di Ariano Irpino nel marzo 1969 e dal Comitato Tecnico per la Bonifica Integrale della Provincia di Avellino nel maggio 1969. Il progetto è divenuto esecutivo il 29.08.1977 e approvato dal Consiglio Superiore dei LL.PP. con voto n. 290 del 17.05.1979. Tra successivi adeguamenti e varianti tecniche, i lavori furono appaltati il 26 giugno 1984 all’Impresa Italcantieri Vittadello s.p.a. di Limena – Padova e ultimati nel dicembre del 1993.
La superficie del bacino imbrifero della Diga Macchioni è pari a 3.000.000 metri quadri, con un volume totale d’invaso di 585.000 metri cubi. L’altezza è di 36 metri. La lunghezza del coronamento di 156.
Dalla costruzione della Diga scaturì l’omonima area irrigua che si estende per 300 ettari e serve 80 aziende agricole, peraltro a costo zero in quanto per veicolare l’acqua sfrutta la gravità anziché l’energia elettrica, come avviene per il sollevamento della falda profonda come nel caso di prelievo da pozzi.
Il Presidente del Consorzio di Bonifica, Francesco Vigorita, ha espresso tutta la sua soddisfazione per il traguardo definitivo finalmente raggiunto: “Oggi è un grande giorno per l’Irpinia tutta e per il Consorzio. Vediamo collaudata un’opera che già sta svolgendo, e che ora continuerà a farlo a pieno regime, un’attività importante per le aziende consortili del Comprensorio dell’Ufita e per l’agricoltura tutta. Sono convinto che si tratta di un passo importante e rilevante per la crescita e lo sviluppo dell’agricoltura irpina e, più in generale, della nostra Provincia”.