Difesa Grande: l’ordinanza non firmata da Prodi, nè da Bertolaso

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Ariano Irpino – La città non consentirà la riapertura della discarica. Si alza il coro di no, che non potrà essere soffocato dalle forze dell’ordine. Calma, senso civico e rispetto per le istituzioni sono i sentimenti diffusi nella opinione pubblica, ma nessuno sconto a chi ritiene che Difesa Grande possa ancora una volta rappresentare la soluzione al problema della emergenza. Questo, in sintesi, il messaggio che il sindaco Domenico Gambacorta ha voluto lanciare nel corso della conferenza stampa, organizzata questa mattina nel palazzo di città. Il primo cittadino ha precisato che è stato un errore non consentire a Guido Bertolaso di intervenire nel consiglio comuale straordinario, ma ha sottolineato che il limite di sopportazione è stato superato abbondantemente. Si persevera nel voler riaprire la discarica contro ogni logica giuridica, tecnica, morale ed etica e questo creerà la compromissione dell’ordine pubblico. Gambacorta ha incassato la solidarietà delle associazioni e dei comitati spontanei, operanti anche fuori dalla provincia di Avellino, e su questa base la città darà una grandissima prova di serietà, ma di fermezza. Intanto Questa mattina il commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania ha notificato al Comune di Ariano Irpino l’ordinanza che dispone l’apertura della discarica per venti giorni. Non mancano le sorprese, perché il provvedimento è stato sottoscritto da Marta di Gennaro, quale soggetto attuatore, per delega del commissario Guido Bertolaso, ex ordinanza commissariale emessa lo scorso 29 maggio, cioè quindici giorni prima della visita ad Ariano Irpino del commissario. Le motivazioni sembrano, prima facie, assolutamente generiche, perché si riferiscono alla requisizione, ravvisata l’assoluta necessità ed urgenza di adottare ogni utile iniziativa finalizzata al superamento della situazione emergenziale nella regione Campania e per favorire il ripristino delle normali attività di smaltimento dei rifiuti urbani. Considerato che l’apertura della discarica incide sull’autonomia della magistratura, costituzionalmente riconosciuta e garantita, con l’esposizione della popolazione ad ulteriori rischi di natura igienico-sanitaria perché la discarica risulta essere al centro del procedimento penale incardinato presso il tribunale di Ariano Irpino che indaga per gravissimi reati ambientali, sarebbe stato logico ed opportuno addurre una motivazione ben più dettagliata. E’ stata genericamente invocata l’emergenza rifiuti, ma nessuno ha voluto assumere la responsabilità di giustificare la obiettiva forzatura affermando che l’unica discarica risulta essere quella di Difesa Grande, che non possono essere utilizzati altri siti e che non sussistono altre possibilità per depositare temporaneamente i rifiuti. Si parla di difficoltà generiche nell’aprire altri siti. Scontato il ricorso al Tar per le carenze amministrative e quello incidentale per la questione di illegittimità costituzionale.

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