Detenuto morto a Bellizzi, il ministro Nordio risponde all’interrogazione in Parlamento

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AVELLINO- Arriva la risposta del Ministro di Grazia e Giustizia Carlo Nordio all’interrogazione del parlamentare Soumahoro sul decesso nel carcere “Antimo Graziano” di Avellino, avvenuto l’8 febbraio scorso del detenuto Ciro Pettirosso, 36 anni, originario di Napoli, ritrovato all’interno della struttura privo di vita . Il decesso del giovane detenuto aveva immediatamente allertato le autorità competenti, che hanno avviato le indagini per fare luce su quanto accaduto.

Cosi’ il Guardasigilli ha rilevato come “prendendo spunto dal decesso nella casa circondariale di Avellino di un detenuto lo scorso 8 febbraio, chiede di «far piena luce su quanto accaduto e su eventuali gravi inadempienze del personale in servizio presso la casa circondariale di Avellino» nonché se non si intenda intraprendere iniziative straordinarie e urgenti al fine di porre rimedio al problema del sovraffollamento e alle gravi problematiche che affliggono le carceri italiane”.

IL CASO PETTIROSSO
“Sulla specifica vicenda giudiziaria, è stata acquisita, tramite il dipartimento degli affari di giustizia, la relazione dell’autorità giudiziaria competente trasmessa con nota del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Avellino, che si riporta nei limiti dell’osservanza del segreto istruttorio: «…quale PM titolare del procedimento penale (…) R.N.R. scaturito dalla primigenia informativa della Polizia Penitenziaria operante, rileva quanto segue: l’8 febbraio 2025 ricevevo dalla P.G. procedente (Polizia Penitenziaria c/o C.C. Bellizzi — Avellino) la NDR relativa all’avvenuto decesso del detenuto P.C. (….).
In particolare, l’uomo in data 7 febbraio 2025 veniva colto da malore mentre era in camera con altri detenuti. Allertati i soccorsi veniva preso in cura dai sanitari/infermieri dell’istituto che somministravano terapia farmacologica. Tuttavia, nonostante l’intervento anche del personale del 118, alle successive ore 16:14 il P. (…..) decedeva.
La P.G. nell’immediatezza dei fatti eseguiva una perquisizione all’interno, della stanza/camera occupata dal de cuius e da altri detenuti – tutti successivamente escussi in merito alla vicenda. Inviavo quindi il medico legale (…), nominandolo C.T. PM, in loco per i primi accertamenti da espletarsi, facendo poi traslare la salma del (…..) presso l’A.O.S.G. Moscati di Avellino”. Continua la relazione della Procura: “Il 10 febbraio 2025 – previo avviso a tutte le parti interessate – conferivo incarico al già nominato CT.PM. alla presenza dell’avv.to (…), legale di fiducia del de cuius, richiedendo al consulente di accertare, previo esame autoptico sulla salma del P. (…) nonché lettura/studio della documentazione sanitaria relativa alla malattia dallo stesso patita, le cause ed i mezzi che avevano cagionato la morte dell’uomo; di verificare inoltre l’operato del personale infermieristico/sanitario del Carcere di Bellizzi-Avellino che avevano avuto in cura il (….) dal 14 dicembre 2024 (data entrata in Istituto) alla data del suo decesso (7 febbraio 2025). Nell’occasione il legale di fiducia del de cuius riferiva che i familiari del (…) avevano nominato quale C.T. – di parte il Prof. (…).Le operazioni peritali sulla salma del P(…) venivano effettuate in data 11 febbraio 2025 alle ore 09:30. Si è in attesa della Relazione di Consulenza da parte del C. T. PM al quale veniva concesso per espletare il suddetto incarico un periodo congruo”. E continua la nota della Procura di Avellino: “Delegavo infine il personale della Polizia Penitenziaria per acquisire ulteriori elementi circa la vicenda che ci occupa».
E ha continuato il Guardasigilli: “Pertanto le cause del decesso del detenuto sono in corso di accertamento. Per un ulteriore riscontro ai quesiti posti nell’atto di sindacato ispettivo, in particolare con riferimento alla dinamica dell’accaduto, ed in generale sulle condizioni delle carceri italiane, è stato richiesto un contributo informativo al Dap, trattandosi di aspetti di esclusiva competenza di questa articolazione, che ha riferito quanto segue.
Il decesso menzionato dall’onorevole interrogante, verificatosi il 7 febbraio 2025 presso la Casa circondariale di Avellino, concerne il detenuto di media sicurezza P.C. ristretto presso la sezione circondariale ordinaria. Alle ore 15:35 circa, l’agente addetto alla vigilanza del primo piano, dopo aver effettuato la chiusura delle camere di pernottamento insieme ad altro collega in affiancamento, sentiva delle urla provenire dalla camera di pernottamento n. 15; giunti sul posto, gli operatori notavano il detenuto P.C. privo di sensi, che non rispondeva ai compagni; pertanto, avvisavano immediatamente l’infermeria. Nel frattempo, il personale, con il supporto dei compagni di camera e dei detenuti lavoranti del piano,provvedeva a condurre il ristretto fuori dalla camera e ad adagiarlo a terra in corrispondenza della rotonda; atteso che il detenuto era diabetico, si provvedeva a effettuare la misurazione della glicemia, che risultava bassa. Il detenuto veniva poi condotto in infermeria, dove gli venivano praticati i primi soccorsi; giungeva anche il personale del 118 che, tuttavia, alle ore 16:14 ne constatava il decesso «per arresto cardio-circolatorio in paziente con diabete di tipo 1». La direzione penitenziaria contattava il pubblico ministero di turno che disponeva l’intervento del medico legale; veniva esperito l’esame cadaverico e disposta l’autopsia. Del decesso veniva data comunicazione telefonica ai familiari. La direzione generale dei detenuti e del trattamento, il 14 febbraio 2025, ha dato incarico al Provveditorato regionale di Napoli di procedere ad approfondita indagine volta a ricostruire cause, circostanze e modalità dell’evento.
Allo stato, si è in attesa di ricevere i relativi esiti”. Infine: “Per completezza, si evidenzia che il detenuto P.C. aveva fatto ingresso presso la casa circondariale di Avellino il 14 dicembre 2024, a seguito di sfollamento dalla Casa circondariale di Napoli Poggioreale disposto dal Provveditorato regionale di Napoli. Il ristretto aveva effettuato periodici colloqui con il padre, la madre, la sorella e i figli.
Pertanto, allo stato e in attesa anche degli esiti del procedimento penale, l’Amministrazione avrà cura di monitorare gli sviluppi della vicenda processuale, per adottare eventuali provvedimenti di competenza”. Sul sistema sanitario nelle carceri il Ministro Nordio ha chiarito: “In ordine alla lamentata inadeguatezza del sistema sanitario interno alle carceri, va evidenziato che, seppure la problematica relativa all’assistenza sanitaria all’interno degli istituti di reclusione esuli totalmente dalle prerogative del Ministro della giustizia – in virtù del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° aprile 2008, che ha previsto iltrasferimento definitivo al Sistema sanitario nazionale, e quindi alle singole Regioni, della competenza in ordine all’assistenza sanitaria in favore delle persone detenute – questa Amministrazione, al fine di garantire percorsi di cura, il più possibile appropriati e celeri, si è da sempre adoperata nei limiti dell’attuale assetto normativo ed operativo in materia di assistenza sanitaria in carcere.
La strategia perseguita dal Ministero interrogato in questo delicato frangente storico è costituita dal potenziamento della sinergia fra il sistema della giustizia, le aziende sanitarie e gli enti locali, al fine di garantire un sempre maggiore innalzamento del livello di presidi e misure in questo ambito”.